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Il rientro scolastico in Italia è ormai è alle porte, così come in queste settimane in tanti Paesi gli studenti sono tornati o stanno tornando tra i banchi.
Nella Penisola, però, ormai da diverso tempo questo periodo dell’anno ha un nome preciso. Un nome inglese. Il “back to school”. Gli spazi pubblicitari, i canali tv, i siti e i negozi che vendono cancelleria, libri o che danno consigli sull’educazione dei figli, usano ormai solo questa espressione:
Persino Amazon.it, che fino allo allo scorso anno usava l’espressione “Ritorno a scuola”…
ora impiega l’anglicismo, relegando la locuzione italiana all’interno della pagina, come piccola introduzione:
Ma è così ovunque? Come spesso accade, no. L’anglicismo non ha attecchito, per esempio, in Spagna:
E neppure in Francia, dove il rientro resta la rentrée:
Niente di nuovo. Mentre in altri Paesi si continua a parlare la propria lingua, adattando – magari non sempre ma in moltissimi casi – nuove usanze ed esigenze al proprio lessico, in Italia ci si è messi in testa che tutto ciò che è nuovo dev’essere detto in inglese e tutto ciò che viene concepito con un nome inglese “è intraducibile” e non può essere reso in modo altrettanto efficace con un’espressione italiana. Se vi eravate fatti illusioni, welcome back to Italy.
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