Una petizione perché #litalianoviva: i motivi per firmare

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Il collettivo Attivisti dell’italiano – sostenuto tra gli altri dal nostro portale – ha lanciato una raccolta firme il cui motto è significativo: “Viva l’italiano: #litalianoviva”. Questa iniziativa si inserisce infatti in un più ampio filone di azione che ha come scopo quello di mantenere l’italiano una lingua viva, creativa, adatta al mondo di oggi e soprattutto di domani.

Le scelte che in Italia si stanno compiendo in ambito universitario, aziendale, giornalistico e anche istituzionale, stanno mettendo per la prima volta concretamente a repentaglio il ruolo e la vitalità della nostra lingua per le generazioni future. E questo avrebbe conseguenza di enorme portata, a nostro avviso negative sia per gli Italiani e gli altri madrelingua, sia per la cultura mondiale in senso lato.



Proprio il linguaggio istituzionale è l’obiettivo specifico di questa petizione, promossa da un piccolo gruppo di intellettuali, linguisti, professionisti, scienziati, professori universitari, attori, cittadini, che ha raccolto in questi primissimi giorni oltre 1.400 firme. La petizione si rivolge al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, perché eserciti un richiamo almeno nei confronti della politica e delle istituzioni, affinché nel linguaggio istituzionale si usi la nostra lingua, senza quell’eccesso di anglicismi che oggi riscontriamo, e perché incoraggi una campagna mediatica per difendere e favorire l’italiano di fronte all’abuso dell’inglese. Non si tratta di una battaglia contro l’inglese né una crociata di stampo purista, si tratta però di mantenere uno spazio in cui la nostra lingua possa vivere ed evolversi. Potete leggere qui il testo completo.

Perché firmare?

Non sappiamo se il presidente Mattarella raccoglierà l’appello, ma sappiamo che c’è una cosa ancora più importante di questa: raccogliere tante firme!

Riuscire a raccogliere le firme di decine di migliaia di cittadini può mettere le basi per una massa critica in grado di far pesare la propria voce in un dibattito pubblico intorno al ruolo dell’italiano, alla sua convivenza con l’inglese lingua veicolare internazionale e all’opportunità di tornare ad adattare e integrare i prestiti da altre lingue, invece che introdurli massicciamente “crudi”, come corpi estranei.

Memori della pandemia ancora in corso, pensiamo a cosa significherebbe obbligare chiunque voglia diventare medico o infermiere, in Italia, a studiare libri, seguire lezioni, fare domande e sostenere esami completamente in una lingua straniera. È esattamente la strategia che il Politecnico di Milano sta applicando all’ambito ingegneristico, appoggiato persino dal Ministero dell’istruzione. Pensiamo a cosa significherebbe non avere più una lingua in grado di divulgare anche tra i non specialisti il sapere scientifico. Prendiamo atto del fatto che l’inglese veicolare non renderà il mondo monolingue, almeno non nei prossimi 50 o 100 anni. Non scompariranno il cinese, lo spagnolo, il portoghese, il giapponese, il francese, l’arabo, il tedesco, non si capisce perché gli Italiani dovrebbero impegnarsi in un inutile (e dannoso) suicidio della propria lingua.

Se condividi questo pensiero, firma subito e fai firmare questa petizione, condividendola sui tuoi profili nelle reti sociali usando il motto #litalianoviva, tramite whatsapp o con un semplice passaparola.


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