Quest’anno in Lombardia l’oratorio estivo si chiama… Summerlife

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Si è sempre chiamato Oratorio Estivo, Centro ricreativo estivo (CRE) o Gruppo Estivo (GrEst). Una realtà ben affermata in Italia – in particolare nel centro-nord – che vede la Chiesa organizzare ogni anno dei centri estivi che ospitano bambini e ragazzi dopo la fine della scuola, organizzato gite, attività e giochi.

Quest’anno non potrà essere così, a causa dell’emergenza Covid-19. O meglio, non com’era gli altri anni: ragazzi e ragazze non potranno essere riuniti insieme (alcuni oratori raggiungevano il migliaio di iscritti) ma serviranno ingressi contingentati, distanziamento sociale e attività pensate ad-hoc.

Ma a Milano, capitale dell’itanglese, questo cambio di paradigma non poteva che portare anche a un cambio di nome. Ovviamente un nome inglese. Ed ecco allora il progetto Summerlife, sottoscritto dai vescovi delle diocesi lombarde. Naturalmente c’è anche un percorso di formazione ad hoc (o ad ok?) che si chiama “New Edition”.

E mentre si annuncia che si sta ancora “lavorando per trovare le location più adatte”, parte il sito ufficiale del progetto. Che conferma ancora una volta come ormai la comunicazione pubblica, sia essa fatta dalle istituzioni politiche, ecclesiastiche, dalla scuola o da altri soggetti, non riesca che a concepire che nomi e concetti espressi in inglese, soprattutto se rivolti ai giovani. Il che significa relegare l’italiano – forse – al ruolo di lingua adatta agli adulti, agli anziani. Un approccio che non lascia ben sperare sulla vitalità futura della nostra lingua.

Se da un lato è un’ottima cosa che i giovani italiani imparino bene l’inglese e altre lingue straniere, dall’altro possiamo assicurare che… capiscono ancora anche l’italiano! 😉
Pare invece che per attrarli non ci sia altra scelta che qualche parola o frase – anche se trita e ritrita – in inglese. Se questa è la spinta dal basso, chissà per quanto l’italiano resterà lingua del vescovo di Roma, dello Stato Vaticano, e lingua veicolare della chiesa cattolica, neutrale rispetto all’inglese lingua dei poteri economici e della superpotenza militare tanto da essere usata abitualmente da Papa Francesco nella quasi totalità delle sue visite nel mondo.

Ma del resto c’è chi già si sta preparando al passaggio con un bel “let’s go”, anzi… let’s god!

Proprio in questo contesto il nostro portale sostiene una petizione che ha lo scopo di sensibilizzare sull’importanza di riportare l’italiano al centro della comunicazione pubblica, chiara, trasparente, accessibile per tutti.



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