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Oggi, 1° giugno, allo stadio londinese di Wembley Italia e Argentina si giocano la “Finalissima 2022”. Una vera e propria gara ufficiale per la quale è stato scelto un nome italiano (in spagnolo sarebbe invece Finalísima), un vero e proprio marchio che rimane uguale in tutte le lingue. Non è chiaro se questo nome rimarrà anche per le future edizioni, scelto a causa del suono evocativo di questo termine sportivo italiano, o se è riservato a questa singola edizione dove è presente l’Italia. Infatti la partita di stasera riporta in vita un trofeo il cui nome ufficiale è Coppa dei Campioni Conmebol-Uefa.
il 15 dicembre 2021 le due federazioni, sudamericana ed europea, hanno firmato un accordo fino al 2028 che prevede la disputa di almeno 3 edizioni del nuovo torneo. Le finali si disputeranno sempre a Londra, sede di un ufficio congiunto tra le due federazioni aperto proprio quest’anno.
Tra l’altro l’Argentina è una delle nazioni più legate all’Italia e all’italiano, dato che la metà della popolazione è di origine italiana e che lì la nostra lingua è piuttosto studiata (la seconda lingua straniera dopo l’inglese), tanto da indurre la Società Dante Alighieri a tenere proprio lì il suo congresso del 2019.
La scelta del nome italiano stride un po’ con la presenza più massiccia di anglicismi nella lingua, tanto che l’edizione italiana del sito UEFA fu l’unica ad usare il termine “brand identity” nell’annunciare il logo e i dettagli grafici del nuovo trofeo. Il confronto diretto ha dell’assurdo e fa un po’ sorridere…
Spiace vedere che i madrelingua italiana non riescono più ad esprimere nuovi concetti (anche nel calcio) senza ricorrere all’inglese crudo proprio mentre una parola italiana viene scelta a dispetto di fatto che questo idioma non è ufficiale presso nessuna delle federazioni coinvolte, né l’europea UEFA (inglese, francese, tedesco) né la sudamericana CONMEBOL (spagnolo, portoghese) e nemmeno quella mondiale, la FIFA (inglese, francese, tedesco, spagnolo).
Staremo a vedere se il trofeo troverà una sua stabilità e se il nome italiano rimarrà o meno. Speriamo che qualcuno in Italia ragioni sul prestigio e l’affetto di cui la lingua di Dante gode fuori dai confini della Penisola e capisca che la lingua è una risorsa per tutto il Paese, da proteggere, sviluppare, diffondere.
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Copertina: UEFA.com
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