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Antonio Zoppetti, già autore di diversi libri, come “Diciamolo in italiano”, dell’omonimo blog e del dizionario AAA (Alternative Agli Anglicismi) lancia un nuovo progetto in Rete. Si chiama “L’italiano corretto” e non è solo una grammatica tradizionale (con un indice analitico di oltre 400 voci). Raccoglie molti dubbi sull’italiano scritto (“gli” può essere utilizzato anche per il plurale al posto di “loro?”, perché si dice “sopra di noi”, ma “sopra il tavolo”?) e parlato (i dubbi di pronuncia e gli elementi base della dizione), sfata alcune leggende grammaticali (come quelle per cui non sarebbe possibile iniziare un frase con “che” o con “ma”), si sofferma su alcune delle questioni più aperte della lingua del nuovo Millennio (la diatriba su “se stesso” o “sé stesso”, la femminilizzazione delle cariche e il sessismo della lingua), e va oltre la grammatica raccogliendo le principali norme editoriali che riguardano la scrittura professionale (l’uso corretto delle d eufoniche, qual è il modo più corretto di scrivere le sigle tra maiuscole e puntini? Quando si usa il corsivo?).
Tante anche le curiosità e gli intrecci con il tema dell’influenza dell’inglese sulla nostra lingua, caro all’autore. Ne è un esempio la storia delle cosiddette lettere straniere del nostro alfabeto, che – tranne la W – erano presenti nell’italiano storico, o nel greco e nel latino. Un caso curioso è la “j” (stupidamente chiamata “jay” persino nelle lezioni dei maestri delle elementari) era utilizzata normalmente ancora nell’Ottocento (majale, principj, personaggj, jella) per indicare appunto la “i lunga”, come si chiama e si pronuncia in italiano (Jacopo, Jolanda, junior, ex Jugoslavia).
Trovare “L’italiano corretto” a questo indirizzo, togliervi qualche dubbio, e naturalmente diffondere il link o lasciare un commento all’autore.
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