Draghi torna a ironizzare sugli anglicismi: “quella che altri chiamano governance”

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Ieri è stata la giornata in cui il presidente Mario Draghi ha presentato al parlamento italiano il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che sfrutta fondi europei e nazionali per rilanciare l’economia del Paese dopo la pandemia di Covid-19. In questa occasione Draghi ha fatto una piccola battuta sull’anglicismo “governance”, un po’ come aveva fatto il mese scorso durante un altro discorso.

Ecco le sue parole: “[…] il governo del Piano… quella che si chiama ‘governance’, è strutturato su diversi livelli… ” poi precisa con una risatina “quella che altri chiamano governance”.

 

Ci fa davvero piacere che un uomo come Draghi, che nessuno può tacciare di essere chiuso e poco avvezzo agli ambienti internazionali, faccia notare con piccole frecciatine un abuso di anglicismi tutto italiano.

Ci fa anche piacere che questa volta la battuta sia arrivata nell’aula della Camera, dove pochi giorni fa è stata assegnata alla competente commissione la petizione della proposta di legge per l’italiano promossa dagli Attivisti dell’italiano.

 

Questa proposta, più che su divieti e restrizioni, punta sulla sensibilizzazione verso tutti i parlanti – in particolare chi ha grande visibilità come politici e dirigenti – rispetto all’influenza che le proprie scelte, politiche e linguistiche, comportano verso la nostra lingua, patrimonio di tutti. Il passo successivo è fare in modo che questa proposta, che nasce dal basso, non resti in un cassetto ma venga discussa dalle rispettive commissioni e portata in aula.

Dobbiamo quindi convincere un parlamentare a farsene caro e portarla avanti perché venga discussa dal Parlamento.

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