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Il ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, è intervenuto ieri all’84° congresso della Società Dante Alighieri, in corso a Roma. Nel corso del suo intervento, il ministro ha toccato alcuni temi da sempre cari a noi di Italofonia.
Il primo è quello della scarsa attenzione all’insegnamento dell’italiano nelle scuole. Un tempo materia centrale, che abilitava allo studio e alla comprensione di tutte le altre, oggi la nostra lingua ha perso importanza come “materia” di insegnamento e – aggiungiamo – come lingua d’insegnamento, visto che le nostre università la eliminano progressivamente, preferendo erogare corsi interamente in lingua inglese.
Il secondo è quello degli anglicismi, o meglio, del loro abuso. “L’italiano siamo noi, conoscerlo, parlarlo è una manifestazione di una identità culturale che abbiamo dovere di diffondere nel mondo per permettere a chi è italofono di poterlo parlare”, ha detto Tajani, secondo cui oggi la lingua è molto “bistrattata” e paga certi atteggiamenti “provinciali” di chi “sente di dover parlare un’altra lingua per farsi vedere all’altezza”. Al contrario “rinunciando all’italiano si dimostra debolezza”, ha affermato, ricordando che “da presidente del Parlamento europeo ho sempre parlato in italiano, visto che è una lingua ufficiale dell’Europa. Lo faccio ancora al Consiglio europeo” anche perché “nelle istituzioni internazionali, i concorsi per posti da interprete si fanno in base alla richiesta: meno richieste fa l’Italia meno interpreti italiani ci sono. Perché perdere questo privilegio? Un conto è non parlare le lingue, un conto è non parlare italiano perché mi vergogno. Per me è una questione di principio per difendere l’uso della nostra lingua”.
D’altra parte “se non la parliamo noi, come possiamo promuoverla?” si è chiesto il Ministro, secondo cui “serve una promozione militante dei politici”. Anche alla Farnesina, ha detto, ha chiesto al Segretario generale di inviare una circolare alle Ambasciate affinché si limitino gli anglicismi nelle comunicazioni.
Il terzo punto è quello relativo alla promozione dell’italiano all’estero. Serve promozione perché “c’è un grande amore per l’Italia” e “Paesi con tanti studenti di italiano, come in Africa ad esempio” cui il Ministero degli Esteri dedica delle Borse di studio.
E un ultimo punto è quello della costituzione di una comunità dell’Italofonia. La nostra lingua, pur non godendo di grandi spazi linguistici transcontinentali, come invece l’inglese, il francese, lo spagnolo, il portoghese o l’arabo, è comunque una lingua internazionale. In passato abbiamo ipotizzato la creazione di una Organizzazione internazionale dell’italofonia, come esiste per il francese o per altre lingue (anche poco diffuse, come l’olandese). Un’idea di cui parlò anni fa Romano Prodi, di tutt’altra aria politica rispetto all’attuale ministro degli esteri. La proposta di Tajani è invece quella – tutta da dettagliare – di una Giornata internazionale dell’italofonia, che va comunque nella giusta direzione: costituire una comunità che raggruppi i Paesi dove l’italiano è lingua ufficiale o lingua storica e culturale.
L’obiettivo, appunto, è “invitare Italia, Vaticano, San Marino e Svizzera, cioè i Paesi che hanno l’italiano come lingua ufficiale, ma anche Malta e i Paesi dell’Africa del Nord, Argentina e Brasile, Usa, Canada e i Paesi del Sud America”. A presiedere la Giornata sarebbe la Presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, “che parla benissimo ita pur essendo maltese”. Una iniziativa “non propagandistica, ma un modo per far sì che l’italiano sia “luce nel mondo” [titolo del congresso della Dante, ndr], un evento per coinvolgere quanti parlano in italiano, da organizzare in tempi brevi per dimostrare quanto è importante e utile la nostra lingua nel mondo”.
Tutte queste osservazioni sono da parte nostra condivisibili, e l’idea di questa giornata dell’italofonia è lodevole. Come sempre, resta la famosa distanza tra il dire e il fare. L’Italia, indipendentemente dal colore politico dei governi, non è certo famosa per riuscire a rispettare gli impegni e portare avanti progetti a lungo termine, soprattutto in campo culturale e linguistico. Ma qualcosa in questi anni si è mosso e continua a muoversi. Speriamo di cuore che questo progetto veda presto la luce. Col supporto della Dante, del mondo politico e culturale e sicuramente, per quanto le nostre risorse ci permettano, anche nostro.
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Copertina: Società Dante Alighieri via FB – Fonti: DIRE – Dante.global . ANSA.it – Aise.it
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Un pensiero su “Tajani: limitare gli anglicismi e creare una Giornata dell’italofonia coi Paesi di lingua italiana”
Bisognerebbe proporre i neologismi per anglicismi inutili come overtourism/ultraturismo; influencer/ influente; raid/ incursione ed eliminare doppioni di lusso come CEO che è l’ equivalente di Amministratore Delegato.
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