L’italiano e “l’impero ottuso dell’inglesorum”

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«Nel corso di una ricerca in rete su un tema di storia contemporanea mondiale, ho incontrato un altro esempio di lingua italiana quasi disintegrata da inserimenti forzati di espressioni inglesi». Lo scrive Manlio Lo Presti, una carriera da dirigente bancario, sul sito del quotidiano l’Opinione delle Libertà. Nel suo articolo, Lo Presti denuncia il costante processo di imbarbarimento della nostra lingua. Una situazione, peraltro sempre più avvertita in vari ambiti della società italiana. «Il testo che riporto di seguito è un esempio di lingua italiana colonizzata allo stesso modo della lingua dell’India metà hindi e metà inglese».

Secondo il collaboratore dell’Opinione il controllo della lingua di un popolo è uno strumento di sottomissione violento e duro. «L’Italia è un Paese occupato da 164 basi nucleari Usa e dall’inarrestabile, fino ad oggi, incuneamento dell’inglese infilato anche dove non è necessario – argomenta Lo Presti – uno scempio stupido ed inutile dal momento che l’italiano è una delle lingue più studiate al mondo, ma continuamente sfregiata da inglesismi spesso inutili dagli italiani sempre più impoveriti da un lessico striminzito e stritolati dal provincialismo per il quale ogni cosa estera è migliore della nostra. Un ragionamento smentito dai fatti laddove la produzione di marchi industriali italiani è ambita e ricercata in tutto il pianeta».

Il testo integrale di una pagina è tratto dal sito della sezione italiana di una società di esperti della comunicazione, con casa madre in Usa. Lo Presti invita alla lettura con il consiglio «di non seguire questo esempio, per evitare di recitare la parte penosa del Penitenziagite del monaco sdentato e sporco de “Il Nome della Rosa”».

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(Fonte: Manlio Lo Presti per Opinione.it)

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