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La lingua italiana protagonista a Tripoli, non quella libica ma invece l’omonima città libanese. Il segretario generale della Società Dante Alighieri, Alessandro Masi, aveva inaugurato in giugno, nel campo profughi di Beddawi (Tripoli) il progetto “Limes – Supporto linguistico e introduzione alla lingua italiana per bambini dai 10 ai 13 anni”.
Il progetto, attivato in partenariato con la ONG Terre des Hommes Italia grazie all´iniziativa del Comitato Dante Alighieri di Tripoli e finanziato dalla sede centrale della Società Dante Alighieri con il fondamentale contributo dell’associazione Al Mobader, ha come scopo quello di migliorare il rendimento scolastico dei bimbi del campo attraverso l´apprendimento di una nuova lingua: l´italiano, definito lingua di pace e di simpatia.
Nel corso della cerimonia, coordinata da Hassan Elsheikh Salem, direttore della struttura scout, e dalla responsabile didattica del centro, Amal Mahmoud, le cinque classi di bambini coinvolti nel progetto hanno intonato canti e danze scout in italiano e in arabo.
La presidente del comitato di Tripoli Cristina Foti ha dichiarato: “L´idea del progetto è insegnare la lingua italiana, affinché i bambini del campo possano usarla come opportunità per migliorare l´apprendimento di tutte le altre materie scolastiche. Spero che in futuro questo progetto si possa estendere in tutto il Libano”.
L´idea si inserisce tra le già intense attività del Comitato per la promozione della lingua e della cultura italiane in Libano, una bellissima terra, purtroppo flagellata dai conflitti.
“La nostra lingua”, ha affermato Alessandro Masi, “si conferma non solo come una lingua di ´simpatia´, ma anche come strumento di pace e di bellezza. Confidiamo che l´apprendimento dell´italiano, possa anche creare qualche occasione per il futuro di questi bambini, in un mondo che sarà sempre più multiculturale”.
Il Libano sta compiendo un grande sforzo per aiutare i numerosi profughi, tra cui molti sudanesi, siriani e palestinesi, presenti nei propri confini, pur non essendo firmatario di alcuna convenzione internazionale in tal senso. Lo scorso novembre anche il pontefice, papa Francesco, aveva pubblicamente ringraziato il Paese per questo impegno.
L’apprendimento della lingua italiana può rappresentare una carta in più nella vita di questi ragazzi, in un futuro, speriamo, di pace e di sviluppo.
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Fonti: Giornale Diplomatico – La Dante Libano – L’Orient
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