Ricordando l’Unione Latina a sette anni dalla sua chiusura

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Il 26 gennaio 2012 veniva annunciato lo scioglimento dell’Unione Latina, un’organizzazione internazionale che riuniva 36 Stati, distribuiti su quattro continenti, accomunati dall’appartenenza delle loro lingue alla grande famiglia delle lingue romanze.

Fondata nel 1954 con il trattato di Madrid, aveva sede a Parigi, e nella sua missione c’erano la promozione del multiculturalismo e del multilinguismo, gli scambi e l’intercomprensione tra i parlanti delle diverse lingue neolatine, il loro insegnamento e la loro promozione nel mondo. Le lingue ufficiali dell’organizzazione erano sei: francese, italiano, spagnolo, portoghese, catalano e romeno. Le prime quattro erano lingue di lavoro.



I Paesi che avessero voluto aderire dovevano sottostare a dei criteri di tipo linguistico-culturali che li legassero alla latinità. Ecco un elenco dei Paesi membi nel 2012, suddivisi per lingua.

Paesi di lingua spagnola:
Bolivia
Cile
Colombia
Costa Rica
Cuba
Ecuador
Filippine
Guatemala
Honduras
Nicaragua
Panama Panama
Paraguay Paraguay
Perù Perù
Rep. Dominicana
Spagna
Uruguay
Venezuela

Paesi di lingua francese:
Costa d’Avorio
Francia
Guyana francese
Haiti
Monaco
Senegal

Paesi di lingua italiana:
Italia
San Marino

Paesi di lingua portoghese:
Angola
Brasile
Capo Verde
Guinea-Bissau
Mozambico
Portogallo
São Tomé e Príncipe
Timor Est

Paesi di lingua romena:
Moldavia
Romania

Paesi di lingua catalana:
Andorra

Argentina, Messico, Città del Vaticano e Ordine di Malta erano invece membri osservatori, senza diritto di voto.

Nel corso degli anni l’organizzazione ha sviluppato progetti multilaterali in tutti gli Stati membri e ha avuto una rete di rappresentanze in circa 20 paesi.

A partire dal 2000, ha celebrato il 15 maggi, data della sua fondazione, la Giornata della latinità, nei vari paesi membri. Molta attenzione anche agli scambi tra giovani, per creare un senso di appartenenza comune alla cultura latina.

L’Unione Latina agiva nelle seguenti aree:

  • valorizzazione, diffusione e difesa del patrimonio condiviso, sostegno alla creazione e allo scambio culturale, promozione e approfondimento dell’idea di latinità;
  • valorizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue romanze attraverso la loro presenza nell’offerta linguistica dei sistemi educativi e attraverso lo sviluppo di risorse didattiche innovative;
  • arricchimento di terminologie scientifiche e tecniche delle lingue romanze, sviluppo della cooperazione nel settore linguistico nei paesi membri, l’assistenza allo sviluppo e l’utilizzo delle reti informatiche nel contesto latino.

Tutte attività che, se le intendiamo nel contesto attuale di globalizzazione che tende ad annullare le diversità, aziendizzazione e anglificazione delle università e del sapere tecnico-scientifico, ci fa comprendere come una simile organizzazione, che favorisse il contatto e lo scambio tra gli 800 milioni di locutori neolatini nel mondo, sarebbe oggi fondamentale.

Purtroppo, per una scelta a nostro avviso un po’ miope legate a questioni di finanziamento, l’Unione fu lasciata morire, sciogliendo il proprio segretariato e licenziando tutto il personale tra il 26 gennaio e il 31 luglio 2012. Rimane per il momento ancora accessibile il sito web ufficiale, che dà un’idea delle attività e della rete creata dall’Unione Latina nel suo mezzo secolo di storia.

 


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