A Bruxelles ci si cura anche “in italiano”: è nata l’Associazione dei medici italiani in Belgio

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In Belgio la comunità italiana è sempre più folta e dinamica: oltre 300mila censiti a metà 2022. Questo anche grazie alle continue forme di associazionismo dei nostri connazionali. Tra le ultime, quella del Medici Italiani in Belgio (Amib) nata per offrire alla popolazione italiana residente l’accesso alle cure nella lingua materna facilitando così il dialogo tra medici e con i pazienti. L’associazione organizzerà a breve una newsletter per la diffusione delle informazioni nella comunità medica italiana in Belgio, ma anche promuoverne la ricerca e la formazione.
Non solo. Sostenere la creazione di una rete europea di medici italiani che esercitano al di fuori dell’Italia e creare un canale ufficiale di comunicazione tra i medici italiani che esercitano in Belgio con le istituzioni e gli enti privati sono gli altri obiettivi dell’Amib. L’associazione è senza scopo di lucro e si è impegnata a organizzare le elezioni per nominare democraticamente e in trasparenza il futuro consiglio direttivo. La dirigenza provvisoria è composta dallo psichiatra Giovanni Briganti; dal chirurgo plastico Luciano Mazzeo Cicchetto; dall’otorinolaringoiatra Daniele De Siati; dall’ortopedico Lorenzo D’Uva; dalla chirurga generale Eleonora Farinella e dalla neurochirurga Viviana Minichini.

Quest’ultima, intervistata da Alessandro Butticé per l’agenzia Aise, ha illustrato i programmi dell’associazione. «La presenza italiana in Belgio negli ultimi quindici anni ha conosciuto una grande espansione, posizionandosi attualmente sul panorama belga come una delle più strutturate e vivaci comunità di italiani all’estero. Abbiamo constatato di essere numerosi medici italiani residenti in Belgio e già da qualche tempo riflettevamo sulla necessità di unirci in un’associazione. L’esperienza della pandemia, con un avvicinamento virtuale fra medici espatriati attraverso i ben noti canali social, ha definitivamente consolidato l’idea. (…) Si tratta di un’associazione di medici, diversi per disciplina e localizzazione geografica, che permetta in primis di costituire un network di professionisti che possa facilitare l’accesso alle cure di quei cittadini italiani residenti in Belgio che preferiscono interloquire con un medico che non solo parli italiano, ma che soprattutto abbia un approccio “italiano” col paziente. Speriamo di realizzare anche una rete di collaborazione che faciliti lo scambio di opinioni ed esperienze fra medici connazionali. I medici italiani Belgio sono oltre 500. Attualmente la nostra associazione conta più di cento medici iscritti di diverse specialità, fra cui pediatri, ginecologi, ortopedici, chirurghi. (…) Il Belgio, e sicuramente Bruxelles, è tra le mete preferite dei giovani medici che lasciano il nostro Paese in cerca di specializzazioni. La critica principale mossa al sistema universitario italiano dagli specializzandi-migranti è l’assenza di una pratica clinica che li renda rapidamente autonomi e la presenza di un baronismo totalitario. Il nepotismo è ovviamente presente ovunque e certamente anche in Belgio; c’è tuttavia il sentimento di un sistema fondamentalmente meritocratico, il cui accesso è stato, quanto meno finora, piuttosto aperto a tutti».

(Fonte: Agenzia Aise)

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