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La Serie A Femminile di calcio cambia nome. E in Italia sempre più spesso cambiare nome significa adottare un nome in inglese, come abbiamo visto per le multinazionali WeBuild, Plenitude di ENI, Oniverse, e aziende del calibro di Alitalia, divenuta ITA Airways, o dei prodotti postali di Poste Italiane, o ancora, per venire nel campo sportivo, la Squadra olimpica nazionale divenuto Italia Team. Il campionato di calcio femminile non fa eccezione e dalla prossima stagione si chiamerà “Serie A Women”. Un piccolo assaggio si era avuto con una precedente operazione pubblicitaria del governo.
Del resto moltissime squadre femminili non adottano la dicitura “femminile” o “donne” ma, appunto “women”. Tendenza, come sempre, più italiana che straniera, se guardiamo alle squadre europee più importanti. Del resto, se il Barcellona ha il catalano come principale lingua di comunicazione e di identità, le altre squadre spagnole usano il catalano, in Francia il francese e così via, le maggiori società calcistiche italiane ormai parlano ai propri tifosi italiani, in Italia, solo in inglese.
Eppure la lingua italiana ha grande influenza nel mondo del calcio, e lo vediamo sugli spalti degli stadi di Paesi impensabili.
Inutile dire che in altre nazioni di lingua neolatina, come Spagna o Francia, idiozie simili sono impensabili. In Spagna abbiamo la “Liga F” e in Francia la “Première Ligue”, e lì i cambi di logo non significano cambio di nome, o comunque non cambiare nome in inglese.
In Italia invece a quanto pare rinnovare un’immagine visiva significa necessariamente anglificarla.

La cosa più ridicola è la motivazione con cui lo si fa. O meglio, la non motivazione:
Ideato e realizzato da Ragù Communication, agenzia di riferimento nel panorama sportivo per branding e comunicazione integrata, il progetto punta a rivoluzionare lo storytelling che tradizionalmente accompagna lo sport “al femminile”. L’obiettivo non è semplicemente celebrare un campionato, ma ridefinire il linguaggio con cui si racconta la passione, la determinazione e la forza che ogni partita porta con sé.
Il cuore dell’identità di Serie A Women nasce dalla volontà di dare forma a un calcio che non cerca confronti con altri modelli, ma afferma la propria traiettoria unica, portata avanti con energia inarrestabile.
Presentato ufficialmente durante l’evento Frecciarossa Game On. Women in Sport 2025, il nuovo logo della Serie A Women è un simbolo potente. La lettera “A”, solida e moderna, evoca il campo da gioco visto in prospettiva, richiamando strategia e movimento. Al centro campeggia una “W” fiammeggiante, simbolo di passione, coraggio e fuoco interiore che accende ogni azione sul campo. Il payoff – GAME ON – segna il momento in cui tutto ha inizio: non solo la partita, ma il racconto, l’emozione, la connessione.
Il processo creativo ha messo al centro le persone: atlete, allenatori, tifosi, dirigenti, appassionati. Ogni elemento – naming, tone of voice, palette colori, tipografia, touchpoint fisici e digitali – è stato progettato per creare una connessione autentica e duratura con una fanbase ampia, consapevole e attenta.
L’identità di Serie A Women è modulare, accessibile, viva: una piattaforma pensata per evolversi nel tempo, raccontare storie, aprire conversazioni, ispirare. Perché questo nuovo volto del calcio femminile non è solo immagine, ma esperienza condivisa.
La nuova Serie A Women parla la lingua delle nuove generazioni. Ascolta, ispira, accende. È un brand che riflette la forza delle sue protagoniste e l’entusiasmo di chi le segue, ogni settimana, dentro e fuori dal campo. Una nuova era in cui il calcio femminile non chiede spazio, lo crea.
Trovare un significato concreto a simili sproloqui è sostanzialmente impossibile. L’unica certezza resta la convinzione, tutta italiana, che nuovo significhi inglese. Mentre basterebbe guardare appena più in là del proprio naso, e dei confini della Penisola, per capire quanto ridicolo e penoso sia questo modo di pensare.
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