Il canto lirico italiano diventa Patrimonio dell’umanità: un riconoscimento alla nostra lingua

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L’apposito comitato dell’UNESCO ha proclamato oggi il canto lirico italiano elemento del Patrimonio immateriale dell’umanità.

“E’ un traguardo importantissimo – commenta Assolirica – conseguito dopo un lungo percorso avviato nel 2011 quando i cantanti lirici solisti si costituirono in un’associazione denominata Cantori Professionisti d’Italia col fine di riunire la categoria e permettere un confronto professionale su un ampio ventaglio di problematiche, a partire dalla difesa e la diffusione del valore della musica e più specificatamente del teatro d’opera quale eccellenza e patrimonio della cultura della Repubblica Italiana.

Un percorso che nel 2022 ha portato la Commissione italiana presso l’UNESCO a candidare il canto lirico nazionale al patrimonio mondiale dell’umanità. Candidatura che è stata coronata oggi dal successo, salutato con orgoglio anche dal ministro italiano della cultura, Gennaro Sangiuliano.

“Questo è un riconoscimento molto importante e significativo per il mondo dell’Opera, su cui noi come ministero stiamo lavorando molto” ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi. “Questo -aggiunge- è un riconoscimento ai 400 anni di storia del canto lirico italiano e a una forma d’arte che tra i vari significati ha anche quello di portare la lingua italiana in giro per il mondo, tenendo viva la nostra lingua “.

Infatti questo riconoscimento è una ulteriore consacrazione dell’italiano come lingua della musica, e della lirica in particolare. L’arte del canto lirico italiano è nata dall’evoluzione del linguaggio italiano nel XVII secolo nell’Italia Centrale per poi espandersi in tutta la penisola e successivamente all’estero, grazie all’emigrazione di cantanti lirici e di produttori teatrali. L’arte del canto lirico ha giocato, storicamente una funzione di aggregazione sociale attraverso la condivisione di competenze e capacità musicali e letterarie e l’utilizzo di spazi acustici naturali o tradizionalmente delimitati, nei quali non è necessario utilizzare strumenti tecnologici di riproduzione della voce grazie alla potenza della voce dei cantanti lirici.

Il successo, nel Settecento, dell’italiano, come lingua per i testi cantati nel melodramma dipese da molti fattori che coinvolsero compositori, cantanti, musicisti nelle varie nazioni d’Europa: in particolare, i cantanti venivano contesi dalle più importanti corti europee; i compositori degli altri paesi dovettero adattare la propria produzione secondo impostazioni tipiche dell’opera italiana e, spesso, in lingua italiana. In alcune città europee, come Vienna, gli italiani costituirono uno dei centri più fervidi per quanto riguarda la stesura di libretti per melodramma. Importanti poeti e librettisti, infatti, come Apostolo Zeno o Pietro Metastasio, sono considerati tra i maggiori responsabili del successo del melodramma italiano. Fu proprio quest’ultimo a riformare l’impostazione del melodramma secondo precisi schemi attenenti alle unità aristoteliche.

L’esito dell’opera italiana (e di conseguenza la diffusione dell’italiano) fu alquanto diverso nelle varie nazioni europee, in quanto si dovette sempre confrontare con una tradizione operistica locale: in alcuni casi, come la Francia, si sviluppò addirittura una vera e propria questione linguistica sul francese e l’italiano e su quale delle due lingue fosse più appropriata per i testi cantati nel melodramma.

In ogni caso, comunque, il successo che conobbe il teatro musicale all’italiana, dal Settecento fino alla prima metà del Novecento, le ha conferito il primato di “lingua dell’opera”: ancora oggi l’apprendimento dell’italiano costituisce, nella maggior parte dei casi, una tappa obbligata per coloro che si preparano alla professione del cantante lirico.

Infine, dal punto di vista del lessico, la maggior parte dei termini per indicare il tempo, la dinamica e l’agogica sono scritti in lingua italiana e vengono utilizzati ancora oggi negli spartiti di musica classica in tutto il mondo.


Copertina: foto di Matheus Viana via Pexels

 


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2 pensieri su “Il canto lirico italiano diventa Patrimonio dell’umanità: un riconoscimento alla nostra lingua

  1. Per il nostro canto lirico e per la lingua italiana, davvero una splendida notizia!

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