Mollicone: dopo l’italiano in Costituzione, valorizzeremo Crusca, Dante e Treccani per la tutela della lingua

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il presidente della Commissione cultura della Camera dei deputati italiana, Fabio Mollicone, intervenendo a un evento presso il caffè letterario romano “Caffè Greco”, dove si siglava un accordo con la Società Dante Alighieri sulla promozione della lingua italiana, ha parlato dei piani del governo rispetto alla tutela della lingua.

Il primo passo è quello dell’approvazione della proposta di legge che aggiungerà all’articolo 12 della Carta costituzionale che l’italiano è la lingua ufficiale dello stato, e che ogni cittadino ha il dovere di conoscerla e il diritto di usarla. Secondo Mollicone l’approvazione dovrebbe avvenire nel giro di pochi mesi dato che lo ritiene un atto scontato che sancisce ciò che è normale. O che, perlomeno, dovrebbe esserlo.

Ma la notizia è che il presidente annuncia che a questa modifica costituzionale farà seguito una legge ordinaria con lo scopo di valorizzare quelle istituzioni – come “l’Accademia della Crusca, la Dante Alighieri e la Treccani” che in italia e nel mondo hanno il compito di promuove, “diffondere e difendere la lingua italiana” anche rispetto a “tutto il tema dell’intrusione dei prestiti”, del globalese e dei relativi “condizionamenti culturali” che stanno “snaturando” l’italiano.

Parole che riteniamo molto importanti e che fanno seguito a quelle della presidente Meloni. Gli esponenti del governo, che grazie al contributo di migliaia di lettori di Italofonia abbiamo fin dalla campagna elettorale sensibilizzato inviando dati e informazioni sullo stato dell’italiano in Italia, sembrano aver cambiato passo, capendo che la nostra lingua ha bisogno di leggi e di campagne culturali che la facciamo tornare vitale e creativa, come tutte le lingue sane.

La lingua è un bene comune, uno strumento di comunicazione, un veicolo di valori e di identità e un patrimonio culturale, sociale ed economico che appartiene a tutti noi che la parliamo e la usiamo. Prendersene cura è un dovere di tutto, e prima di tutti della Repubblica italiana.

 


 


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