In Campania una raccolta firme per tutelare l’italiano, diversi comuni rispondono all’appello

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Nel 2020 il collettivo Attivisti dell’italiano aveva lanciato una petizione al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, raccogliendo 4000 firme in circa tre mesi. L’iniziativa non è stata l’unica, perché l’anno successivo il filosofo campano Giuseppe Limone ne ha lanciata una simile.

La richiesta, rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Parlamento, prevede che venga inserita nella Carta costituzionale la salvaguardia della lingua italiana. A raccogliere le firme e le adesioni di cittadini e istituzioni è il docente universitario Giuseppe Limone, professore ordinario di Filosofia della politica e del diritto del Dipartimento di Giurisprudenza della Seconda università di Napoli.

Scrive Limone sulla pagina del proprio sito che accoglie la petizione:

Siamo inondati da anglicismi assolutamente inutili, se non dannosi. Conoscere le altre lingue del mondo è importante, ma ciò non significa sostituirle alla propria. Una lingua, contrariamente a ciò che volgarmente si pensa, non è semplicemente lo strumento con cui etichettare gli oggetti, ma è il modo di incarnare la propria visione del mondo e di viverne gli affetti. La lingua siamo noi.

Siamo arrivati al punto che si svolgono nelle Università italiane corsi nella sola lingua inglese. Si sottolinea questo punto: non si tratta di corsi in aggiunta alla lingua italiana, ma di corsi IN sostituzione della lingua italiana! Fra poco saremo espiantati della nostra lingua. Ciò significa che saremo espiantati del nostro modo di sentire e di vedere il mondo. Ѐ una vergogna aggravata dalla sudditanza e dalla viltà.

Ci stiamo facendo colonizzare linguisticamente e mentalmente. Ѐ necessario e urgente inserire subito la salvaguardia della lingua italiana nella nostra Carta costituzionale, con tutto ciò che ne segue.

 

A distanza di pochi mesi, diversi i Comuni campani hanno votato all’unanimità in consiglio comunale la delibera proposta dal filosofo Limone. Orta di Atella, Succivo e Sant’Arpino, in provincia di Caserta; Frattaminore e Bacoli in provincia di Napoli hanno già votato, mentre sono pronti a farlo città come Frattamaggiore, Grumo Nevano e Pozzuoli.

In realtà il professore sa bene che l’inserimento dell’ufficialità della lingua italiana in un articolo della Costituzione italiana, per quanto simbolicamente importante, non è decisivo dal punto di vista pratico. Esistono già leggi di valore costituzionale che riconoscono l’italiano come ufficiale, in particolare quella che applica la tutela alle minoranze linguistiche, oltre che gli statuti speciali della Provincia autonoma di Bolzano, che citano l’italiano come lingua ufficiale della Repubblica.

L’iniziativa è comunque lodevole e invitiamo tutti i lettori a sottoscriverla, ma ciò che davvero serve all’italiano è una politica linguistica dell’Italia che lo tuteli e lo promuova, spezzando la politica che negli ultimi dieci anni l’ha sempre più limitato all’interno della Repubblica.

In questa ultima settimana di campagna elettorale è importante che chiunque abbia a cuore la nostra lingua e possa votare alle Elezioni Politiche italiane del 25 settembre prossimo, faccia sapere ai politici (ne abbiamo selezionati sette, di vari schieramenti) che questo tema è importante e il prossimo parlamento dovrà affrontarlo!

Puoi farlo in un minuto, cliccando sul modulo qui sotto:


Fonte: Il Giornale / ed. NapoliGiuseppeLimone.it | In copertina: foto di Giuseppe Limone

 


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