Due anni senza Luca Serianni: un ricordo del noto linguista

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Il 21 luglio 2022 veniva a mancare il linguista romano Luca Serianni, investito qualche giorno prima da un’auto.

Socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della Crusca e dell’Arcadia, nel 2006 fu nominato dall’allora ministro dei Beni Culturali presidente di una “Commissione tecnica con il compito di procedere a un complessivo esame del linguaggio e della terminologia in materia di beni e attività culturali e di elaborare le relative proposte”. Nel 2010 fu nominato vicepresidente della Società Dante Alighieri.

Allievo di Arrigo Castellani, l’autore del famoso “Morbus Anglicus” che vide lungo sul fenomeno degli anglicismi in italiano, Serianni si era laureato in lettere nel 1970. Professore emerito di Linguistica italiana (settore scientifico-disciplinare L-FIL-LET/12) alla Sapienza, condusse indagini su vari periodi ed aspetti della storia linguistica italiana, dal Medioevo ad oggi.

Fu autore di una fortunata grammatica. Con Maurizio Trifone ha curato, a partire dal 2004, il Devoto-Oli. Vocabolario della lingua italiana, opera di cui, dall’edizione del 2017, è coautore. Con Pietro Trifone curò una Storia della lingua italiana in tre volumi.

Sul tema dell’abuso di anglicismi non adattati in italiano era tra i pochi accademici della Crusca a schierarsi chiaramente contro, segnalando che le dimensioni del fenomeno avevano ormai oltrepassato quelle dei normali meccanismi di prestito linguistico, nonché la capacità di metabolizzazione della nostra lingua. In una sua dichiamazione del 2015 affermava:

Vent’anni fa ero sicuramente più ottimista riguardo alla questione degli anglicismi: ritenevo che il prestito fosse un problema fisiologico e che il tasso di parole inglesi non adattate – le uniche di cui ci si debba preoccupare – non fosse così alto. Adesso vedo che il numero comincia veramente a essere un po’ invadente, soprattutto rispetto alla capacità di metabolizzazione delle lingue romanze con cui possiamo direttamente confrontarci, cioè il francese e lo spagnolo

In pensione dal 2017, il 14 giugno dello stesso anno, presso la Facoltà di Lettere della Sapienza, tenne la sua ultima lezione dal titolo “Insegnare l’italiano nell’università e nella scuola”, da cui è tratta l’immagine di copertina di questo nostro articolo.

Si interessò molto del campo letterario, con ricerche su Carducci, Manzoni e Dante, tra gli altri. Era anche tra i votanti del noto Premio Strega.
Prese parte ad alcune importanti imprese collettive: il “Lexikon der Romanistischen Linguistik” di G. Holtus, M. Metzeltin, Ch. Schmitt, gli “Handbücher zur Sprach- und Kommunikationswissenschaft ” di G. Ernst, M.-D. Gleßgen, Ch. Schmitt, W. Schweickard, la “Storia della letteratura italiana” di Enrico Malato; ha redatto l’aggiornamento su Lingua e dialetti italiani per l’Enciclopedia italiana Treccani (Appendice 2000); ha collaborato ad alcuni noti dizionari dell’italiano contemporaneo: il Dardano (Curcio) e il già citato Devoto-Oli.

Una figura che certamente verrà ricordata a lungo nel campo della linguistica italiana.

 

 


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