L’Académie française minaccia le vie legali contro la carta d’identità tradotta solo in inglese

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L’Académie française, equivalente in Francia dell’Accademia della Crusca, per la prima volta si scontra apertamente con il governo di Parigi. Il motivo del contendere è la nuova carta d’identità elettronica francese, e più precisamente le scritte sopra la nuova tesserina introdotta lo scorso agosto. Tutte le diciture infatti sono in doppia lingua: francese e inglese.

Una decisione esagerata secondo la segretaria dell’Accademia, i cui membri – a causa della loro carica a vita – sono chiamati informalmente “gli Immortali”. Infatti il regolamento europeo approvato il 20 giugno 2019 al punto 16 stabilisce che, al fine di agevolare la verifica dei documenti, ” è opportuno che la denominazione del documento compaia in almeno una lingua ufficiale aggiuntiva delle istituzioni dell’Unione”. Dunque l’invito è quello di tradurre il titolo del documento, quindi “Carta d’identità” in almeno una o più lingue ufficiali della Ue.

Per esempio è quello che ha fatto la Spagna, dove l’unica scritta non in spagnolo è la traduzione in inglese dell’originale “Documento nacional de identidad”, nella parte bassa della tessera:

La Germania invece, come anche la Romania e l’Austria, hanno deciso di tradurre tutti i termini sulla tessera (Nome, Cognome, Data di nascita, ecc.) ma in due lingue oltre alla propria: francese e inglese.

La Francia è invece tra quei Paesi, come anche l’Italia e diversi altri, dove il governo ha scelto di tradurre ogni singola voce solo in inglese:

Addirittura italiani e francesi hanno deciso di scrivere alla voce Nazionalità rispettivamente ITA e FRA (chissà mai che Italiana e Française non si capissero).

In realtà una soluzione per rendere comprensibili i documenti in tutti i Paesi esiste da molti anni sulle patenti di guida, dove le diverse voci sono numerate e dunque, per esempio, al numero 1 corrisponde in ogni lingua il nome, al 2 il cognome, e così via. E sulle patenti italiane troviamo anche sulla destra, la scritta “patente di guida” in tante lingue della Ue. Quel modello risale a più di vent’anni fa, evidentemente oggi non esiste altra lingua straniera se non l’inglese.

Di questo in Italia non si parla (se escludiamo pochi articoli tra cui il nostro di qualche tempo fa) ma in Francia sì, eccome. Gli accademici francesi, con altri finanziamenti e altre responsabilità istituzionali rispetto ai cruscanti italiani, dicono che questa scelta lede il multilinguismo, che formalmente lo Stato difende, anche attraverso la legge Toubon. E non si fermano alle parole: hanno già chiesto al Presidente Macron di correggere il tiro, e gli hanno dato tre mesi di tempo per rispondere. In caso di risposta negativa, ricorreranno al Consiglio di Stato.

La cosa interessante però, è che diversi giornali francesi prevedono che il Presidente, nell’anno delle elezioni presidenziali, cercherà di non arrivare a tanto, per non “prestare il fianco” ad attacchi su questo fronte. Già perché in Francia, nelle ultime elezioni, Le Pen e Macron si erano accusati a vicenda di non fare abbastanza per la lingua francese. In Italia una discussione di questo tipo non esiste, dato che sono proprio i politici e le istituzioni a fare di tutto per svilire e limitare l’uso della nostra lingua nel suo Paese d’origine.

Carte d’identità a parte, ci piacerebbe che anche l’Italia decidesse di tutelare la sua identità culturale, di cui la lingua è la massima espressione. Non per chiudersi nel proprio orticello, ma per coltivarlo e portarne i frutti in tutto il mondo, contribuendo a una cultura davvero aperta e plurale.

Il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ci ha ascoltato quando gli abbiamo presentato una petizione di oltre 4000 firme raccolte in poco più di due mesi, e nemmeno i nostri Parlamentari si sono occupati della proposta di legge che giace in Parlamento dallo scorso marzo. Ma noi non demordiamo. Se vuoi fare qualcosa anche tu, puoi informarti e unirti al collettivo degli Attivisti dell’italiano.

 


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