500 sfumature di inglese. Gli anglicismi dai tanti significati

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I forestierismi crudi hanno la fama di essere mono-significato: l’abat-jour è un tipo di lampada da comodino, il sombrero un tipo di cappello, e in linea di massima un bunker tedesco, un bonsai giapponese, una favela brasiliana, un wok cinese o uno zar russo designano qualcosa di preciso. Ma poiché la lingua è metafora, può capitare che, in senso lato, una matriosca passi a indicare un incastro più generale che travalica quello delle bambole. Questi usi figurati, però, sono piuttosto rari persino tra i francesismi che costituiscono un’eredità lessicale molto ampia. Gli anglicismi che si allargano e si diramano in una matriosca di accezioni, al contrario, sono numerosi e in forte aumento. Il loro uso metaforico non è solo una possibilità espressiva che appartiene alla creatività di un singolo parlante, spesso si è ormai codificata. E così il boomerang non è solo un “prestito di necessità” per un oggetto nuovo di cui non si è voluto adattare o reinventare il nome, è anche un qualcosa che torna indietro (“Il boomerang della politica dei dazi di Trump”), come il round del pugilato per estensione abbraccia una qualunque fase dialettica, di un incontro politico, un dibattito, una trattativa

In alcuni casi, questo percorso lessicale comincia con l’importazione di una parola dall’accezione tecnica o di ambito, ma poi il suo uso si allarga e si porta dietro il significato in inglese più esteso, come gli optional che non sono più solo gli accessori non inclusi nei modelli di base che si possono aggiungere con un sovrapprezzo, sono diventati come in inglese qualcosa di non necessario (da option = opzione), in senso lato sono un di più (la cortesia è un optional). E il surfing non è più solo uno sport acquatico, è anche il navigare in Rete, e la metafora dei surfer oggi è anche più frequente dell’accezione letterale.

Gli usi figurati

Le accezioni derivate dall’uso estensivo di un’espressione tecnica sono davvero tante. L’esempio da manuale è quello del dribbling calcistico. Quando un giornalista scrive che l’intervistato dribbla le sue domande, la metafora si riversa nel linguaggio comune con questo significato più ampio, esattamente come un assist, un passaggio vincente nei giochi a squadre, si trasforma in un qualsiasi aiuto determinante. Il benchmark, il parametro di riferimento del linguaggio finanziario, nel linguaggio comune diventa un sinonimo di punto di riferimento o pietra di paragone; un feedback, che in biologia è una retroazione, in senso tecnico può essere un segnale di ritorno, e nel linguaggio comune diventa un’espressione che sempre più spesso ha la meglio su un semplice riscontro, cioè un cenno di conferma (aspetto il tuo feedback). L’impriting utilizzato da Lorenz per descrivere il condizionamento irreversibile delle papere che alla nascita identificano con la madre la prima figura che vedono (traduzione in inglese del termine tedesco Prägung) diventa un’impronta o una caratteristica più generale (il cuoco lascia il suo imprinting in ogni piatto; l’imprinting culturale lasciato dal liceo classico), e questi significati si sovrappongono a tecnicismi che anche in inglese si appoggiano alle metafore, e per esempio l’imprinting è anche una tecnica di colorazione di un disegno sui capelli da parte di un parrucchiere, che poi passa a designare anche la decorazione stessa così come un timbro è allo stesso tempo la matrice ma anche il disegno che lascia.

Gli slittamenti di significato avvengono a volte per metonimia, per cui un cocktail non è solo una miscela alcolica, si può andare a un cocktail nello stesso modo in cui ci si si può fare un drink e avere un invito per un drink che diventa così un party, mentre uno shot non è solo un bicchiere, il cicchetto, come in italiano passa a indicare anche il contenuto e farsi uno shottino indica il bere un bicchierino tutto d’un fiato. E così un takeaway è sia il pranzo d’asporto sia il servizio offerto dai locali sia i locali stessi (un locale takeway), un remainder (lett. rimanenza di magazzino) è un libro scontato, ma indica anche le librerie specializzate nella vendita di questi libri, la security può indicare il personale addetto alla sicurezza (chiamare la security) oppure può designare un sistema di sicurezza di una banca o di un edificio, e anche la sicurezza informatica, un topless è il costume da bagno femminile e anche la pratica di prendere il sole a seno nudo, e un editor è un revisore editoriale, ma in informatica è invece un programma di scrittura o di lavorazione editoriale.

Attraverso questi e altri meccanismi, le espressioni inglesi sono sempre più polivalenti.

Tra gli anglicismi che hanno almeno tre accezioni ci sono per esempio il poker che è un gioco di azzardo, ma è anche il punto che si fa con quattro carte uguali, e in senso figurato può indicare un quartetto (un poker di vittorie). Che cos’è un mixer? Lo strumento per il missaggio della musica, il miscelatore graduato per le bevande, oppure un frullatore. Un ticket è un biglietto, ma può essere anche una tassa sanitaria, o un buono pasto che nel linguaggio aziendale nasce dalla decurtazione dei ticket restaurant (in realtà un marchio francese). Un boiler è uno scaldabagno ma anche un bollitore (o scaldacqua), magari elettrico.

Diversi significati a seconda dell’ambito

Spesso queste differenti accezioni di una stessa parola non sono il risultato di un uso metaforico di un tecnicismo, ma derivano dal fatto che importiamo dall’inglese così tante parole che alcune ci arrivano direttamente da ambiti diversi dell’inglese.
Lo screening in medicina è un programma di prevenzione, ma nell’ambito del lavoro è una ricerca dei candidati. La palette è la tavolozza dei colori di un programma informatico, e in cosmesi è una confezione di trucchi con le loro sfumature. Una cover non è solo una copertina di una rivista o di prodotto discografico, in ambito musicale indica un rifacimento di un brano di successo e riferita ai cellulari indica la custodia rimovibile; il pickup è un furgoncino ma anche il trasduttore che converte i suoni meccanici in impulsi elettrici inviati all’amplificatore della chitarra elettrica; il crash, di etimo onomatopeico e fumettistico, in economia diventa il crollo in Borsa e in informatica il blocco di un sistema e l’impallarsi di un programma; il crack è una violazione informatica, un fallimento in ambito finanziario, il suono onomatopeico di qualcosa che si spezza e anche una droga. Un driver è un programma per le periferiche, ma nell’ippica è il fantino, e in senso lato a volte viene usato anche per indicare un guidatore, un autista, come in Taxi driver.

Sempre più anglicismi hanno dunque i loro significati differenziati a seconda degli ambiti. Lo start che nei dispositivi elettronici è il tasto di avvio, in informatica diventa la funzione di avvio, nel cinema è il primo fotogramma di un film, nel linguaggio sportivo è la partenza, il via, ma anche la linea di partenza e il segnale di partenza, dunque anche lo sparo.

Ghost, fantasma, nell’editoria è uno scrittore invisibile (abbr. di ghost writer) che scrive a nome di un altro, e nel gergo fa un lavoro di ghosting. Ma tra i neologismi di recente registrazione nei dizionari c’è anche un altro ghosting che indica l’atteggiamento di chi sparisce improvvisamente da una relazione, senza farsi trovare e senza dare spiegazioni. Tutto ciò deriva dal fatto che la radice ghost, resa popolare da un celebre film, anche se non è registrata dai dizionari è nella disponibilità di molti, e circola appunto in molti derivati (i ghostbuster, a proposito di cinema). Lo stesso si può dire di shop: il derivato shopper è un sacchetto della spesa, ma in Rete circola sempre di più anche con il significato di acquirente, cliente. E così un hotspot (lett. punto caldo) è un centro di identificazione e di accoglienza per immigrati ma anche un punto di accesso gratuito alla Rete; uno short (abbr. di short filmpicture o subject) è un cortometraggio spesso pubblicitario (short pubblicitario), ma nel linguaggio della moda o dell’abbigliamento gli short sono pantaloncini corti (più spesso al plurale shorts).

Questi sono solo alcuni esempi, ma l’elenco di questi anglicismi che assumono diverse valenze di settore è davvero lungo e costituisce un record tra i forestierismi, cioè un primato, che però in informatica è un tecnicismo che designa un’unità di archiviazione.

In altri casi la polivalenza degli inglesismi deriva dal loro diventare parole ombrello che vanno bene per ogni occasione e per tutte le stagioni. La location è uscita dal suo ambito cinematografico di ambiente, reale o artificiale, dove girare una scena e si è trasformata in un posto qualsiasi, la location di un ristorante intesa come ambiente, arredamento, ma anche posizione (per esempio una terrazza sul mare). Allo stesso modo un restyling può essere il rifacimento di un palazzo, la riprogettazione di un sito, la nuova versione di un’automobile, il rimodellamento di un logotipo, la revisione strutturale di un’impresa, il ritocchino chirurgico che si fa dall’estetista… Un partner può essere un alleato commerciale, un amico, un compagno, un marito, un fidanzato, un convivente (senza distinzione di genere).

Un altro moltiplicatore delle accezioni delle parole inglesi è da rintracciare nell’uso di una stessa parola sia come sostantivo sia come aggettivo, per cui si può avere uno shock o leggere una notizia shock, cioè sconvolgente, come c’è il mondo del fetish o del fashion, cioè del feticismo e della moda, ma anche gli abiti fashion e fetish, e il settore del green, cioè dell’ecologia, implica fare scelte green, cioè ecologiche (ma green è anche il campo da golf, che a sua volta è uno sport ma indica impropriamente anche un maglione). Un dirigente o un uomo d’affari può essere un executive e possedere una valigetta executive, cioè aziendale (per es. una ventiquattrore), e spostarsi su un jet executive, cioè un aereo privato dirigenziale, di rappresentanza.

Nel caso di relax questa duplice valenza coinvolge il sostantivo (ho bisogno di un po’ relax) e persino un verbo, quando è usato al posto di rilassati!

Collocazioni e locuzioni

In altri casi i diversi significati di uno stesso anglicismo si combinano all’interno di locuzioni con le loro precise collocazioni, per esempio full che nel poker corrisponde a una combinazione di un tris e una coppia, circola poi nel suo significato letterale di pienototale in molte locuzioni inglesi come full immersionfull screenfull-timefull textfull contact… Ma spesso queste locuzioni sono formate anche dalla combinazione con parole italiane, e dunque il default nel linguaggio economico è una bancarotta, un fallimento, ma in informatica l’espressione di default designa le impostazioni di sistema, di base, automatiche. Un corner è un calcio d’angolo, circola nell’espressione idiomatica salvarsi in corner (per il rotto della cuffia, per un pelo, per un soffio), ma nel linguaggio promozionale è un angolo nel senso di un padiglione, un espositore posto all’interno di un grande magazzino dove viene venduto o promosso un prodotto o un marchio. La compliance in medicina corrisponde alla capacità di adeguamento del volume di un organo davanti alla pressione (per esempio la capacità di dilatazione dei polmoni), in senso lato può essere un adeguamento, un’ottemperanza o disponibilità a collaborare, ma nel linguaggio economico c’è la compliance normativa (a regole o consuetudini) e in quello tributario la compliance fiscale, che può diventare un adempimento spontaneo del contribuente agli obblighi fiscali spesso sollecitato dall’Agenzia delle Entrate in un’ottica collaborativa, e in altri casi è un accordo preventivo tra contribuenti e il fisco che permette la correzione di eventuali errori o omissioni nella dichiarazione; il football è il gioco del calcio (o del pallone), ma il football americano è la variante americana più violenta e coreografica del rugby inglese. Il dumping è la politica di ribasso dei prezzi delle merci esportate (rispetto al mercato interno) per conquistare i mercati esteri, dunque un’esportazione sottocosto, ma anche una concorrenza sleale. Il dumping sociale indica invece l’inosservanza dei diritti dei lavoratori, del rispetto dell’ambiente, delle leggi sulla sicurezza e simili pratiche illecite che consentono di abbassare i costi, dunque il non rispetto delle regole e un sistema di produzione selvaggio per ottenere un maggior profitto. Un pool indica un gruppo di persone, una squadra che lavora per un unico scopo (pool antimafia o di ricercatori) o una cordata (pool del petrolio), ma in biologia il pool genetico è il corredo genetico.

Anglicismi omografi

Ci sono anche altri tipi di “doppioni” inglesi che non nascono dalle accezioni che arrivano da una stessa parola, bensì dal “prendere in prestito” parole omografe, che hanno un diverso etimo. Una persona down (dal nome del medico che ha studiato questa sindrome) non ha nulla a che vedere con un’espressione come “mi sento un po’ down” e cioè un po’ giù, sottotono (lett. sotto). I boxer sono cani simili al mastino (nome di origine tedesca adottato in inglese), ma sono anche le mutande a calzoncino come quelle dei pugili. Un cracker è una galletta salata o un criminale informatico, c’è il pin del cellulare (sigla di Personal Identification Number) ma anche la spilletta con le immagini di personaggi famosi (che ha a che fare con le pin-up); lo scotch (lett. scozzese) è un whisky e il nastro adesivo per antonomasia (originariamente un marchio registrato), il kiwi è il frutto dell’actinidia e un uccello (in italiano atterige), il cutter è un taglierino o un elettrodomestico sminuzzatore, ma nel linguaggio marinaresco è un piccolo velieroIl jack è un fante nelle carte francesi e uno spinotto nel linguaggio tecnico.
A volte questi omografi assumono un genere diverso, e la zip è una cerniera lampo, mentre lo zip è un documento digitale compresso; la spider è una decappottabile (che si trasforma in maschile nel diminutivo spiderino) ma lo spider nel linguaggio della Rete è un programma di navigazione automatica; lo strip è uno spogliarello, abbreviazione di striptease (e c’è anche lo strip poker), e le strip sono le strisce a fumetti.
In alcuni casi ci sono doppioni non omofoni, che vengono pronunciati diversamente, per esempio i biscotti wafer che abbiamo importato per via scritta e leggiamo all’italiana (come il water), mentre i wafer delle casse dello stereo si dicono all’inglese (come la water polo, cioè la pallanuoto), così come quando Jumbo era solo un elefante del circo Barnum lo dicevamo con la “u” (come l’elefantino Dumbo), ma quando è arrivato l’aereo lo abbiamo pronunciato con la “a”, come abbreviazione di jumbo jet.

Decurtazioni all’italiana e pseudo-anglicismi

Alcuni di questi doppioni hanno proprio a che fare con il nostro vezzo di decurtare le parole inglesi e generano omonimie che non ci sarebbero: il cross, decurtazione di motocross, si sovrappone così al cross che nel calcio è un traversone e nel tennis un colpo diagonale, mentre una clip, abbreviazione di videoclip, si confonde con un fermaglio a molla o a scatto per fermare i fogli oppure gli orecchini, che vengono poi detti in senso lato anche loro semplicemente clip; il pony è un cavallo nano ma anche la decurtazione di pony express (un corriere che cavalca la metafora dell’andare a cavallo proprio come i rider, nell’era del delivey); un account è un conto o un profilo in Rete ma anche un venditore, anche si si dovrebbe dire account executive; i roller sono penne a sfera dall’inchiostro scorrevole ma anche l’abbreviazione dei pattini rollerblade; l’economy sostituisce l’economia in sempre più espressioni (new economynet economygig economygreen economyblue economy) ma è anche una tariffa economica di treni e aerei (al posto di economy class); gli spot (abbr. di spot advertisement) sono annunci pubblicitari e anche faretti per l’illuminazione di interni (abbr. di spotlight = faro orientabile, in italiano occhio di bue o riflettore lenticolare) e persino le macchie che hanno a che fare con la metrorragia e le perdite premestruali denominate spotting.

Talvolta i doppioni non nascono solo dall’accorciamento all’italiana, ma anche da un significato tutto nostro che differisce da quello inglese, e sono dunque pseudo-anglicismi; il dressing, che abbiamo mutuato dalla radice di to dress (come dalla radice foot abbiamo ricavato il footing, per l’intermediazione del francese) viene spesso usato nell’ambito della moda per indicare il modo di vestire, ma in inglese si dice clothing e il dressing è solo un condimento dell’insalata, che comunque è riportato tra gli anglicismi dei dizionari italiani anche con questo secondo significato.

Gli pseudo-anglicismi che convivono con gli anglicismi più ortodossi sono tanti. Book (libro) si trova in composti come e-bookinstant bookguest book… ma viene usato impropriamente anche come sinonimo di portafoglio fotografico (in inglese portfolio) cioè cartella, presentazione, campionario. Bomber (bombardiere) nel gergo dell’abbigliamento (come abbreviazione di bomber jacket) indica il giubbotto da aviatore, ma nel linguaggio calcistico si trasforma in cannoniere (e nel pugilato in picchiatore). Allo stesso modo mister non significa più solo signor, come equivalente maschile di miss è il vincitore di una sfilata di bellezza o di culturismo, e nel linguaggio calcistico si carica di un significato estraneo all’inglese per indicare l’allenatore di una squadra. Tra questo genere di parole una delle più ramificate è box, che significa scatola o contenitore, ma è anche uno spazio ristretto ricavato nell’ambiente che lo contiene, quindi un compartimento o reparto. In una pagina può esprimere un riquadro (un box di testo), c’è poi il box doccia (la cabina doccia), in altri contesti è un recinto per gli animali o una stalla (il box dei cavalli), nei circuiti automobilistici è un posto di rifornimento e impropriamente – ma ormai largamente diffuso soprattutto nel Nord Italia – può essere un posto macchina al coperto.

Doppioni, triploni e quadruploni

La moltiplicazione dei significati e delle accezioni delle parole inglesi che deriva da omografi, usi figurati, significati nei diversi ambiti e pseudo-anglicismi non è sempre separabile in modo netto. Talvolta questi meccanismi si sommano e si sovrappongono e il risultato è una diramazione molto ampia. “I doppioni li voglio, tutti, per mania di possesso e per cupidigia di ricchezze: e voglio anche i triploni, e i quadruploni” scriveva Gadda riferendosi alla ricchezza della sinonimia e dei registri dell’italiano, ma oggi sembra valere anche per il ricorso all’inglese.

Un esempio di triplone misto è slot (lett. fessura): in informatica è l’alloggio che nei calcolatori permette l’inserimento di schede aggiuntive, dunque una porta. Viene usato però anche come decurtazione di slot machine, mentre un terzo significato è in locuzioni come slot di tempo, cioè una finestra o un lasso di temporale. Tra gli altri “triploni” c’è set che può indicare una serie, un completo (un set di pentole, un assortimento di valigie o un corredo di lenzuola), ma nel linguaggio cinematografico e televisivo è il teatro di posa, mentre nel tennis o ping-pong è ognuna delle partite che compongono un incontro. Lo spoiler nel linguaggio televisivo o cinematografico è l’anticipazione o lo spifferare un finale che ne rovina i colpi di scena, ma prima di questo recente significato era solo l’alettone o il deflettore nelle automobili e in aeronautica era il diruttore o disruttore, cioè un elemento aerodinamico dell’ala.
Un quadriplone è rappresentato da una parola come convention che letteralmente indica l’assemblea dei delegati di un partito per eleggere il candidato alla presidenza degli Usa; per esteso si usa per un qualsiasi congressoradunoincontroverticeconferenza, ma nel mondo del lavoro e del commercio indica un convegno di lavoro per stabilire gli obiettivi da raggiungere, e nel linguaggio commerciale può essere anche una riunione dei venditori.

Stop ha almeno cinque significati. Indica l’obbligo di arresto nella segnaletica stradale e i cartelli stessi; può essere il fanalino o la luce (di colore rosso) che segnala la frenata degli autoveicoli; è il tasto di interruzione del funzionamento di apparecchi e dispositivi, e in generale ogni comando che equivale a fermarsi (intimare lo stop); ma è anche un’interiezione che significa bastafermati, ed è persino un tassello o vite a espansione. Anche master può indicare un corso di specializzazione o di perfezionamento (e anche il titolo, l’attestato); nel linguaggio sportivo corrisponde a un torneo dei campioni (specialmente nel tennis e nel golf) dove sono ammessi a partecipare solo i migliori giocatori del mondo; in informatica è la matrice (da cui masterizzare), l’originale dalla quale si ottengono le repliche per esempio di un cd o di un altro supporto; nei giochi di ruolo è il capogioco, cioè chi coordina i partecipanti che assumono i propri ruoli e nell’ambito del porno e del bondaggio è il padrone, cioè la figura maschile dominante che detta le regole di una relazione di sottomissione.
Ring di significati ne ha almeno sei: 1) nel pugilato è il quadrato, e in senso lato salire sul ring equivale a disputare un incontro, mentre abbandonare il ring significa ritirarsi dal pugilato, appendere i guantoni al chiodo; 2) nell’ippica è il recinto dell’ippodromo dove sfilano i cavalli dopo la gara; 3) come abbreviazione di ring road, è anche una “strada ad anello”, cioè una circonvallazione, un raccordo anulare, o una tangenziale cittadina (anche se propriamente non si tratta di un anglicismo, ma di un termine di derivazione dal tedesco); 4) si usa anche per indicare una pista automobilistica, un circuito per gare motoristiche; 5) nel linguaggio economico indica un accordo o un cartello di oligopolio fra imprese con lo scopo di sottrarre il prodotto dal mercato e farne alzare il prezzo; 6) nell’industria tessile è un tecnicismo che indica il filatoio ad anello.

Conclusioni

Non mi pare che la polivalenza dei forestierismi sia stata oggetto di molte analisi, ma mi sembra che ci sia un’enorme differenza tra il caso degli anglicismi e quello dei “prestiti” da altre lingue, dove non ho riscontrato questo fenomeno. Guardare l’interferenza dell’inglese da questo punto di vista conferma l’impressione che non abbiamo più a che fare con un fenomeno che si può etichettare attraverso le categorie del prestito; l’inglese assomiglia di più a un trapianto di radici e di parole che stanno prendendo vita autonoma e che si stanno allargando nel nostro lessico anche attraverso numerose ibridazioni che non si vedono tra gli altri forestierismi (cfr. Antonio Zoppetti, “L’inglese nell’italiano: espansione per ibridazione”, portale Treccani, 21 giugno 2019). Questo dipende sicuramente dalla sproporzione numerica (cfr. Antonio Zoppetti, “I forestierismi nei dizionari: quanti sono e di che tipo”, portale Treccani, l7 luglio 2019), ma è un segnale che rivela anche tutta la profondità con cui gli anglicismi si ancorano nel nostro lessico.

La loro polivalenza è un dato nuovo, tra i circa 1.700 anglicismi registrati nel 1990 dal Devoto Oli si riscontrava raramente, erano spesso tecnicismi mono-significato; tra i circa 4.000 annoverati dallo stesso dizionario nel 2020 spicca invece questa moltiplicazione dei loro significati che va di pari passo con l’essere sempre meno parole di settore e sempre più utilizzate nel linguaggio comune.

Per quantificare il fenomeno, su un campione che ho analizzato di poco più di 3.700 parole inglesi che circolano nell’italiano con una certa stabilità (cfr. Dizionario AAA – Alternative Agli Anglicismi) ho contato almeno 200 lemmi che possiedono più di un significato, ma se si considerano anche le accezioni che derivano dagli usi figurati sono molte di più, e credo che complessivamente generino ben più di 500 accezioni e definizioni diverse.

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