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La Giornata internazionale della Lingua Madre fu proclamata dalla Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) nel novembre del 1999 (30C/62). Dal 2000 essa viene celebrata ogni anno per promuovere la diversità linguistica e culturale ed il poliglottismo.
La data intende commemorare il 21 febbraio 1952, in cui alcuni studenti furoni colpiti e uccisi dalla polizia a Dacca, la capitale dell’attuale Bangladesh, mentre manifestavano per il riconoscimento della loro lingua, il bengalese, come una delle due lingue nazionali dell’allora Pakistan.
Il 16 maggio 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione A/RES/61/266 chiamò gli Stati Membri a “promuovere la conservazione e la salvaguardia di tutte le lingue usate dalle popolazioni del mondo”.
Nella stessa Risoluzione, l’Assemblea Generale proclamò il 2008 come Anno Internazionale delle Lingue per promuovere l’unità nella diversità e la comprensione universale attraverso il poliglottismo e il multiculturalismo. Il linguaggio è essenziale per la comunicazione di ogni tipo; è proprio la comunicazione a rendere il cambiamento e lo sviluppo possibili nella società umana. Oggi usare — o non usare — taluni linguaggi può aprire una porta, o chiuderla, in diversi segmenti della società e in molte parti del mondo.
Nel frattempo è maturata una coscienza sempre maggiore del ruolo vitale che le lingue giocano nello sviluppo: esse garantiscono la diversità culturale e il dialogo interculturale, rafforzano la cooperazione e conseguono un’istruzione di qualità per tutti, costruiscono società inclusive della conoscenza e conservano il patrimonio culturale, mobilizzano la volontà politica nell’applicare i benefici della scienza e della tecnologia al servizio dello sviluppo sostenibile.
L’UNESCO sottolinea anche l’importanza delle lingue adatte all’istruzione, generalmente lingue madri, nei primi anni di scuola. Queste facilitano l’accesso all’istruzione – promuovendo contestualmente l’equità – per gruppi di persone che parlano lingue minori e indigene, in particolare ragazze e donne; ciò eleva la qualità dell’istruzione ed i risultati di apprendimento ponendo l’accento sulla comprensione e la creatività, piuttosto che sulla ripetizione meccanica e la memorizzazione.
Le lingue, con tutto l’insieme di implicazioni che esse rappresentano per l’identità, la comunicazione, l’integrazione sociale, l’istruzione e lo sviluppo, sono di importanza strategica per le persone ed il pianeta.
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