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Antonio Zoppetti è uno degli studiosi più prolifici sul tema dell’interferenza dell’inglese nella lingua italiana, e a questo argomento ha dedicato diversi libri, come Diciamolo in italiano, L’etichettario e Tsunami anglicus. Collabora con il nostro portale fin dagli inizi e siamo orgogliosi di ospitare tra i nostri siti i suoi Dubbi grammaticali e L’italiano corretto, oltre che naturalmente l’ormai celebre AAA, il dizionario delle alternative agli anglicismi.
Da qualche giorno è disponibile per l’acquisto in Rete e nelle librerie la sua ultima fatica: Meglio l’italiano o l’itanglese? edito da Mind Edizioni.
Il volume si propone di tracciare delle linee guida sull’uso di anglicismi nella comunicazione trasparente, approfondendo così un aspetto fondamentale del fenomeno, quello – appunto – dell’impatto sulla chiarezza espositiva. La scelta delle parole che usiamo, infatti, ha conseguenze sul grado di comprensione che i nostri interlocutori, o lettori, avranno del nostro messaggio. In Italia ci si sofferma spesso a riflettere sull’eccesso di termini tecnici o locuzioni troppo complesse per esprimere concetti semplici, come nel tipico esempio del “burocratese” così amato nell’amministrazione pubblica italiana. Eppure all’interno di questo linguaggio pubblico poco trasparente anche gli anglicismi giocano un ruolo sempre più importante.
Zoppetti, attraverso i vari capitoli, introduce il tema dell’interferenza dell’inglese in italiano e lo contestualizza rispetto all’impatto sulla trasparenza della comunicazione, per poi passare in rassegna gli approcci che alcuni Paesi stranieri hanno sull’argomento, giungendo così a riassumere buone pratiche editoriali e linee guida pratiche che aiutino ciascuno di noi – tanto più se la nostra professione ci pone a contatto con un pubblico più ampio – a fare in modo che le parole inglesi non interferiscano con la chiarezza di ciò che diciamo. Ci si accorge presto che molti anglicismi si possono evitare, o semplicemente usare con più parsimonia e in modo consapevole.
Un libro interessante per chi già ha esplorato la tematica dell’itanglese così come per chi invece è nuovo all’argomento. Al tempo stesso, un manualetto pratico e agile da tenere sempre a portata di mano. Completa l’opera la simpatica “Divina Comedy”, un provocatorio ma plausibile esempio di come la nostra lingua potrebbe diventare continuando ad abusare dell’inglese. Potete acquistare Meglio l’italiano o l’itanglese? in libreria, sulle principali piattaforme di commercio elettronico o sul sito dell’editore.
Noi di Italofonia riteniamo questo volume uno strumento così utile da aver voluto testimoniare il nostro apprezzamento scrivendone la prefazione, per mano del nostro fondatore Giorgio Cantoni. E naturalmente, ci impegniamo a fare nostre queste linee guida e metterle in pratica nel nostro lavoro.
A tutti e tutte buona lettura e… buona scrittura!
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