Italia, Tajani firma un accordo con Fondazione Bracco e conferma la Giornata dell’italofonia nel 2025

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“Desidero esprimere il mio sincero ringraziamento alla signora Diana Bracco per aver scelto di firmare con il Ministero degli Esteri questo accordo così significativo, che contribuirà a promuovere la nostra lingua attraverso la Fondazione, la nostra cultura e le scuole italiane. Utilizzare l’italiano come strumento di connessione e come ponte culturale ha un enorme valore anche sotto il profilo economico.” Con queste parole il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, Antonio Tajani, ha commentato ieri la firma dell’accordo con la Fondazione Bracco. Grazie a questa collaborazione, il progetto Diventerò nel Mondo, ideato dalla Fondazione per supportare la formazione dei giovani, si espanderà oltre i confini italiani e, a partire dal 2025, raggiungerà le scuole italiane statali di Zurigo, Parigi, Barcellona, Madrid, Atene, Istanbul, Addis Abeba, e successivamente oltre 40 scuole paritarie in vari Paesi dei cinque continenti.

“Questo accordo si inserisce in una più ampia strategia che ho avviato, che prevede la creazione della Giornata dell’Italofonia l’anno prossimo. L’italiano deve diventare uno strumento di pace e un veicolo di una maggiore presenza dell’Italia nel mondo”, ha spiegato Tajani. “Con questa intesa, potremo dare un importante impulso alle nostre scuole in questo percorso.”

“Il nostro obiettivo è che sempre più persone possano leggere e studiare in italiano. Vogliamo che la nostra lingua trovi spazio non solo nella letteratura, ma anche nelle scienze, per supportare i giovani che si dedicano a discipline destinate a rappresentare un’enorme opportunità nel futuro”, ha concluso il Ministro, ringraziando la dottoressa Bracco per aver sostenuto con entusiasmo un accordo che, secondo lui, porterà risultati eccellenti.

Lo speriamo fortemente, dato che ad oggi l’italiano viene sempre più escluso dal mondo scientifico, con i Prin e il FIS nazionali che però prevedono l’uso esclusivo dell’inglese, e con gli studenti universitari (e non solo) di tutta Italia costretti sempre di più a frequentare in inglese interi corsi di laurea. Non solo scientifici, come si vede dall’eclatante caso della chiusura del corso in italiano di Economia del Turismo a Rimini.
La politica in quel caso ha taciuto così come tace sui meccanismi di incentivo del Ministero, che premiano con più fondi le università italiane che tengono più corsi in inglese e attirano più studenti e docenti stranieri, infischiandosene di quelli italiani. Su questo tema ha scritto a lungo il prof. Michele Gazzola (che collabora anche col nostro portale) e, del resto, i Paesi scandinavi e i Paesi bassi stanno rimettendo in discussione l’anglificazione dei propri atenei. Per ora i governi italiani proseguono la strategia di progressiva esclusione della propria lingua nazionale dalla vita pubblica italiana.

Nel frattempo peggiorano le competenze degli studenti italiani nelle materie scientifiche (sì, si è sempre detto senza dover usare la sigla “STEM”) come la matematica e nella propria lingua, l’italiano. Tanto che alcuni docenti di queste materie chiedono che la lingua madre sia insegnata di più e meglio.

In realtà, leggendo sul sito di Fondazione Bracco la pagina dedicata al progetto “Diventerò nel mondo”, non troviamo alcuna traccia della volontà di diffondere l’italiano all’estero o nello studio delle scienze. Il testo è inoltre farcito dei soliti anglicismi…

Il progetto, che intende promuovere la cultura scientifica e la parità di genere nelle STEM, si rivolge alle studentesse e agli studenti di ogni ordine e grado delle scuole italiane all’estero (statali, paritarie e non paritarie).

Su tali premesse si sviluppa la prima edizione del “progettoDiventerò nel mondo”, che ha i seguenti obiettivi:

  • Stimolare la riflessione sull’importanza delle materie STEM, valorizzando la ricerca
  • Diffondere i principi del Manifesto “Mind the STEM Gap”, lanciato da Fondazione Bracco per promuovere un accesso paritario alla scienza
  • Stimolare studentesse e studenti a diventare Ambassador per la promozione della parità di genere
  • Favorire il senso di appartenenza alla comunità, educando alla cittadinanza globale
  • Stimolare la didattica collaborativa
  • Valorizzare la capacità di innovare le metodologie didattiche costruendo nuovi paradigmi per l’apprendimento
  • Creare una rassegna virtuale dei contenuti prodotti dalle classi

Troviamo infine buffo che questo accordo – che a detta di Antonio Tajani diffonderebbe l’italiano e il uso nella scienza – sia stato firmato presso l’Università Bocconi di Milano, che si è data come obiettivo quello di arrivare entro il 2026 ad avere il 70% dei propri corsi disponibili solo in inglese.

Per quanto riguarda la Giornata internazionale dell’italofonia, essa sarebbe un’iniziativa importante. Speriamo che se si concretizzi e che, soprattutto, duri nel tempo e non sia una manifestazione di mera facciata, come nel tempo si sono ridotti a essere gli Stati generali della lingua italiana, fino all’imbarazzante epilogo con l’allora ministro Di Maio.

L’Italia avrebbe tutto l’interesse a creare una vera e propria organizzazione stabile dell’italofonia, come ce l’hanno la lingua francese, portoghese (di cui l’Italia è membro osservatore), tedesca, e persino turca e olandese. Ma dato il generale disinteresse della politica italiana verso la propria lingua, che negli anni sta anzi combattendo ed escludendo progressivamente dalla vita pubblica, una giornata annuale che raccolga intorno alla nostra lingua Paesi di diversi continenti sembra già un traguardo ambizioso.

Vedremo cosa si concretizzerà nell’anno che sta per incominciare e vi terremo come sempre aggiornati.

 


In copertina Diana Bracco e Antonio Tajani, dal sito di Fondazione Bracco

 

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