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Santa Teresa è la culla dell’immigrazione italiana in Brasile, iniziatasi nel 1874, argomento di cui abbiamo parlato in articolo recente. La città, che oggi conta circa 20 mila abitanti, ha promosso nel 2021 l’italiano a lingua ufficiale alla pari con il portoghese nel 2021. Inoltre, già dal 2007 la lingua italiana è insegnata presso la rete scolastica comunale. Per sapere di più a riguardo dell’insegnamento e dell’uso della lingua italiana nel territorio, abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con un’insegnante d’italiano del luogo.
Aline Siqueira Paschoal de Paula, laureatasi in lettere italiane presso l’UFES (Universidade Federal do Espírito Santo) insegna l’italiano presso la rete scolastica del comune da tre anni fa, concentrando la sua attività in due scuole comunali. “In tutto ho circa 600 allievi. Insegno l’italiano a classi dal 1º al 9º anno, ognuna con circa 25 allievi. Attualmente siamo in quattro insegnanti d’italiano presso la reste scolastica comunale”.
Aline ha deciso d’imparare l’italiano non solo perché ama la lingua, ma anche per potersi comunicare in famiglia. “Un paio d’anni fa mia nipotina italiana è venuta a visitarci, ma essendo piccola e parlando solo l’italiano avevamo molta difficoltà a comunicare con lei. Così ho voluto imparare l’italiano anche per aiutare mia mamma a badarla”.
Così com’è successo a tantissimi italo-brasiliani, anche per Aline la sua origine italiana è un caso di riscoperta familiare. “Aiutando un collega d’università a ricercare le sue origini italiane, ho cominciato a ricercare anche le mie radici, neanche sapevo che al famiglia di mio padre era italiana, a casa non ne parlavamo e le risposte erano sempre evasive”. Le origini di questo allontanamento vanno a attribuite all’Era Vargas, quando l’allora presidente brasiliano inasprì le misure contro la colonia italiana, specie durante il secondo conflitto mondiale, arrivando a proibire l’impiego la comunicazione scritta e parlata in italiano, in tedesco e in giapponese.
La riscoperta delle radici italiane, comunque, raccoglie già i suoi frutti. Aline racconta “molti abitanti della città hanno la cittadinanza italiana, però in alcuni casi per i discendenti di trentini e di altre province del nord a volte è più difficile, visto che gli antenati hanno emigrato con passaporto austriaco”. Sull’uso dell’italiano, dice che “nella zona rurale ci sono ancor oggi persone che si esprimono in italiano, talian o anche in dialetto veneto. In una ricerca condotta insieme a una collega, abbiamo verificato la presenza della colonia italiana in almeno 37 città dello Stato di Espírito Santo, come Alfredo Chaves e Aracruz. Oltre a Santa Teresa, l’italiano è insegnato alle scuole anche di altre città dello Stato, come Domingos Martins. Anche a Venda Nova do Imigrante erano somministrate lezioni d’italiano, ma sono state interrotte recentemente”. Speriamo che in futuro vengano riprese.
Parlando delle iniziative rivolte alla promozione della lingua e cultura italiane, Aline racconta che In occasione della Festa dell’Immigrato Italiano, arrivata alla XXXI edizione, gli allievi della scuola comunale Professor Ethevaldo Damazio hanno realizzato in italiano la preghiera del Padre Nostro, trasmessa dall’emittente locale Radio Canaã. La festa è anche corredata da altri eventi musicali: “all’edizione di quest’anno il sindaco, Dott. Kleber Medici, ha invitato all’organizzazione dell’evento il maestro e cantante lirico Inárley Carletti”. Inoltre, prima che la pandemia impedisse gli assembramenti di persone, veniva realizzato a piedi il percorso da Aracruz (punto di arrivo dei primi immigrati italiani nel 1874) a Santa Teresa, ricordando l’insediamento degli antenati nel territorio.
La diffusione dell’italiano a Santa Teresa, come un po’ nell’intero territorio brasiliano, non sempre è facile “L’Alcies (Associação de Lingua e Cultura Italiana do Espirito Santo) elaborava e forniva i libri didattici sin dal 2007 ma adesso è a corto di soldi”. A queste difficoltà si aggiungono quelle causate dal Covid. Quando ci ha concesso l’intervista, Aline si stava riprendendo dopo di essere stata contagiata.
Una volta che la pandemia sarà finalmente superata, Aline spera di poter visitare l’Italia: “Desidero conoscere Roma, Venezia e la Toscana, e certamente voglio tantissimo visitare la terra dei miei antenati”.
*Ringraziamo ancora una volta la Prof.ssa Aline Siqueira Paschoal de Paula, che gentilmente ci ha concesso quest’intervista, permettendoci di avere uno sguardo più ampio della realtà della lingua italiana nella sua città, augurandole un lungo e lieto percorso negli anni avvenire.
L’autore
Renê Augusto Dian Negrini. Insegnante d’italiano in Brasile da 11 anni. Ha ottenuto nel 2017 la Laurea Triennale in Lingua Italiana, e nel 2022 il Master di Primo Livello in Lingua Italiana, entrambi presso il Consorzio ICoN. Appassionato di lingua e storia, si dedica a sostenere e diffondere l’italiano in terre brasiliane.
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