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Un piccolo fatto storico è avvenuto qualche giorno fa a Berna, capitale federale della Svizzera. La neo-eletta presidente del Consiglio nazionale – la Camera bassa del Parlamento svizzero – la ticinese Marina Carobbio Guscetti, ha annunciato che condurrà i lavori nella sua lingua madre, come promesso a fine novembre nel suo discorso di elezione. Ai 246 parlamentari, che non tutti masticano la lingua di Dante, è stato distribuito un vademecum con la traduzione dei termini più spesso utilizzati.
Questo significa che per l’anno del mandato, l’italiano sicuramente risuonerà molto più che in passato nell’aula del Parlamento elvetico. Marina Carobbio ha detto di aver ricevuto tante dichiarazioni di apprezzamento e di sostegno sia da italofoni che da svizzeri di altra madrelingua, che sottolineano l’importanza di aumentare la presenza dell’italiano a livello federale.
E nel Dipartimento degli affari esteri, guidato dal novembre 2017 da un altro ticinese, Ignazio Cassis, è aumentata di molto la richiesta da parte del personale di corsi di italiano.
Un italiano che dunque cresce a livello nazionale e federale, come presenza e come interesse. Un servizio della tv svizzera RSI ne parla, dando voce ai protagonisti di questo risveglio della lingua italiana nella Confederazione.
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