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Nel campo della Fisica nucleare, di fronte a nuove tecniche esplorative osservate di recente, si parla ormai comunemente di Multimessenger Astronomy, una nuova via di esplorazione dell’universo che si avvale in combinazione delle onde elettromagnetiche e di quelle gravitazionali, previste nella teoria di Einstein. Un neologismo scientifico coniato in inglese, prassi ormai consolidata da diversi anni. E in Italia sta prendendo piede una scuola di pensiero che tende non solo a non rendere più in italiano alcun neologismo, ma a considerare l’inglese l’unica lingua ammessa in campo scientifico tra addetti ai lavori. Ma non solo, dato che il Politecnico di Milano ha tentato – invano – di rendere l’inglese “lingua ufficiale dell’ateneo” e di abolire tutti i corsi di laurea magistrale e di dottorato in lingua italiana.
Stupisce dunque positivamente, a nostro avviso, il fatto che alla fine di luglio 2018, la redazione e il comitato scientifico della rivista “Asimmetrie” dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), per l’uscita del loro numero di ottobre che avrà come tema i “messaggeri”, si siano rivolti all’Accademia della Crusca per la scelta dell’equivalente italiano di Multimessenger Astronomy.
La notizia è stata diffusa dallo stesso presidente della Crusca Marazzini, che ha accolto la richiesta con grande soddisfazione.Dunque alcuni scienziati si sono posti il problema di dire in italiano, anziché di ripetere in inglese, e si sono chiesti quale fosse la forma migliore di calco. La Crusca ha dato una prima risposta rapida, riservandosi semmai di riflettere se sia possibile accettare qualche cosa di più ambizioso di un calco, cioè “astronomia delle onde” o “astronomia multionda” (in Rete circola anche astronomia-multimessaggio). Gli scienziati, discutendo con il Presidente, hanno obiettato che non solo di “onde” si tratta, ma che i “messaggeri” sono anche particelle come i neutrini (i famosi “neutrini” di Fermi, che coniò il neologismo italiano: a quell’epoca era ancora possibile). Ecco la prima prova dell’utilità della traduzione, la quale significa sempre interpretazione e approfondimento intellettuale: la divulgazione grossolana, oggi prevalente, la quale adotta disinvoltamente i forestierismi senza porsi problemi di sorta, non avrebbe permesso di cogliere la varietà dei “multimessaggeri”, nella loro pluralità. Dalle discussioni tra gli scienziati e la Crusca è emerso anche “astronomia a multimessaggero/-i”, che (una volta sciolta l’incertezza tra singolare e plurale) potrebbe accontentare sia gli scienziati sia i linguisti.
L’aspetto che la Crusca vuole sottolinea è che “gli scienziati si sono posti un problema relativo alla trasposizione in italiano di una loro novità, e con questo hanno dimostrato una sensibilità che temevamo si fosse persa, e che siamo felici di ritrovare intatta. ”
Non possiamo che concordare pienamente.
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Fonte: Accademia della Crusca
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