A Praga la Settimana della lingua italiana celebrata insieme alla Svizzera

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La Settimana della lingua italiana nel mondo si celebra fin dal 2001, su impulso del Ministero degli Esteri italiano, in collaborazione con l’Accademia della Crusca che ha sede a Firenze, ma l’Italia non è l’unico Paese ad avere l’italiano come lingua ufficiale. La vicina Svizzera è un Paese (anche) italofono, dato che la lingua di Dante qui è ufficiale a livello federale (con tedesco e francese) e a livello cantonale in Ticino e nei Grigioni. Pur essendo lingua madre di appena il 9% della popolazione elvetica, l’italiano è compreso da circa il 30% degli svizzeri di altre lingue. La Crusca ha due linguisti svizzeri tra i propri accademici.

La Confederazione ha aumentato negli anni i suoi sforzi per promuovere l’italiano al proprio interno, ma spesso passano più in osservate le iniziative per promuoverlo all’esterno. Per questo vogliamo sottolineare l’evento che due giorni fa ha visto protagonista, nella capitale della Repubblica Ceca, proprio il Paese alpino.

Venerdì 20 ottobre, all’Istituto Italiano di Cultura di Praga, si è tenuto l’evento per celebrare la Settimana della lingua, con il direttore dell’Istituto italiano di cultura Vito De Bellis e il vice capo missione dell’Ambasciata di Svizzera in Repubblica Ceca, Lorenza Faessler, che hanno intervistato lo scrittore ticinese Fabio Andina, autore del romanzo La pozza del Felice (ed. Rubbettino). Un intenso confronto sul tema di questa edizione “L’Italiano e la sostenibilità”, attraverso l’esplorazione del profondo rapporto che lega l’uomo alla natura, con le sue immagini, i suoi ritmi e le sue interconnessioni.

Lunedì 16, presso la sede dell’Istituto, si era tenuta una conferenza dedicata agli stuccatori ticinesi e lombardi tra il XVI e il XVIII secolo, tenuta in italiano e ceco con traduzione simultanea. I lavori sono stati aperti dagli interventi dell’ambasciatore d’Italia in Repubblica Ceca, Mauro Marsili, e dall’ambasciatore di Svizzera, Philippe Guex, a sottolineare l’importanza di un fenomeno artistico che dalla seconda metà del Cinquecento e per più di due secoli ha arricchito pareti e volte di edifici religiosi e profani dell’intera Europa, dipanandosi a raggiera con le maestranze provenienti dalle valli italo-svizzere. A seguire, le relazioni di alcuni esperti delle migrazioni artistiche e dell’arte dello stucco e il fenomeno migratorio degli artisti italo-svizzeri in Repubblica Ceca nell’eta’ moderna. Dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana (Supsi) di Mendrisio, sono intervenuti i professori Alberto Felici, Giovanni Nicoli e Giacinta Jean.

Repubblica ceca, Italia e Svizzera: una insolita triangolazione che ha visto come protagonista la lingua italiana.

 


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