La Banca di Croazia conia una moneta dedicata a Pula-Pola, ma il nome della città è solo in croato

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Il vicepresidente del Sabor (il Parlamento di Zagabria, ndr) e deputato al seggio specifico della Comunità Nazionale Italiana al Sabor , Furio Radin, intervenendo a nome del Gruppo dei parlamentari delle minoranze nazionali, ha criticato la Banca centrale croata (HNB) per l’assenza del nome bilingue Pula–Pola sulla nuova moneta commemorativa di 2 euro dedicata all’Arena di Pola, uno dei monumento più antichi e importanti presenti sull’odierno territorio della Repubblica di Croazia.

“È stata emessa una nuova moneta con il motivo dell’Arena di Pola, ma vi compare soltanto il nome in un’unica lingua, Pula. Manca ciò che la legge prescrive: il nome bilingue Pula–Pola”, ha dichiarato Radin, ricordando che la doppia denominazione è un obbligo legale.

“Riceveremo diverse spiegazioni, che non c’era cattiva intenzione, che è stata utilizzata l’interpretazione di qualche legge o che non è rilevante perché si tratta di un simbolo, ma tutte queste scuse cadono nel vuoto quando si guarda ciò che è sancito dalle leggi di questo Stato”, ha aggiunto il deputato della CNI secondo il quale la HNB avrebbe seguito una interpretazione errata del Ministero competente, che si è appellato al Legge sull’uso delle lingue e delle scritture delle minoranze nazionali del 2001, trascurando la normativa del 2006 che definisce i nomi ufficiali delle città, tra cui quello bilingue di Pula–Pola.

Pochi giorni dopo,  il sindaco di Pola, Peđa Grbin, ha inviato una missiva all’istituzione bancaria richiamando l’attenzione sull’importanza di applicare coerentemente il nome completo, prescritto dalla legge, della Città di Pola-Pula in tutti i contesti ufficiali e pubblici.

«La Legge sui territori delle Regioni, delle Città e dei Comuni, la Legge sull’uso delle lingue e delle scritture delle minoranze nazionali, lo Statuto della Regione Istriana e lo Statuto della Città di Pola – Pula stabiliscono chiaramente che il nome ufficiale della città è bilingue, il che riflette la sua identità storica e culturale e i valori di convivenza e rispetto reciproco che Pola coltiva da decenni». E ancora:
«Il bilinguismo è parte integrante dell’identità della nostra città. Non è solo un obbligo di legge, ma anche un’espressione della storia, della cultura e dei valori della comunità che rendono la nostra città riconoscibile e speciale. Pertanto, ci aspettiamo che il nome della nostra città, prescritto dalla legge, venga utilizzato nelle future attività di tutte le istituzioni, inclusa la Banca nazionale croata. La Città di Pula-Pola continuerà a impegnarsi per il rispetto coerente di tutte le normative che preservano e promuovono il bilinguismo, come valore fondamentale dell’Istria multiculturale e parte integrante dell’identità cittadina. » Queste le parole, pubblicate anche in un comunicato stampa ufficiale dell’amministrazione cittadina.

Dall’Italia per ora tutto tace e anche la stampa ha taciuto la notizia, salvo alcune testate come Il Piccolo di Trieste, sempre attento alle questioni del vicino Adriatico orientale.

Vedremo se le voci autorevoli alzatesi in patria riusciranno a smuovere qualcosa e a correggere il tiro prima dell’effettiva circolazione delle nuove monete.


Fonte: La Voce del Popolo

 


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