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Il ministro della Cultura italiano , Gennaro Sangiuliano, è intervento alla “Soft Power Conference” organizzata nella sede della fondazione Cini a Venezia da Francesco Rutelli, fondatore e presidente del Soft Power Club, istituto che si occupa appunto di organizzare eventi e riflessioni attorno al tema del “potere morbido”.
“Identità e civilizzazioni. Millenni di hard power e Soft Power: Venezia, il Mediterraneo, il Mondo”, è il titolo della sessione a cui il ministro è stato invitato all’interno della conferenza. “Abbiamo il dovere etico di costruire un ruolo attivo del nostro immaginario e di proporre al mondo l’immaginario italiano, cioè la risultante di tutta la nostra storia”, ha sottolineato Sangiuliano.
Di questo immaginario da portare nel mondo, afferma il ministro, fa parte chiaramente anche la nostra lingua: “in questo momento storico, la lingua italiana sta avendo un certo successo. Se si scorrono le tabelle delle principali università del mondo, si può verificare come si sia tornati moltissimo a studiare l’italiano, specie negli Stati Uniti: non soltanto da parte di chi ha una discendenza italiana, ma perché diventa una lingua importante per chi voglia approcciare lo studio dell’archeologia, della storia dell’arte, della lirica”.
Senza nulla togliere all’importanza di studiare la lingua inglese, per il peso che ha nel mondo di oggi, Sangiuliano ribadisce il suo appoggio all’inserimento dell’italiano nella Costituzione della Repubblica: “E’ importante inserire il riferimento alla lingua italiana nella nostra Costituzione, darle un riconoscimento ufficiale”.
Per ora la discussione parlamentare sulla proposta Menia è stata scarsa e deludente. Non smettiamo di sperare che possa riprendere con più vigore e portare finalmente a un riferimento alla nostra lingua nella massima Carta della Repubblica italiana.
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