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Negli ultimi anni abbiamo assistiti a una progressiva anglificazione dell’insegnamento universitario italiano, che ha il suo vertice nel tentativo (parzialmente riuscito) del Politecnico di Milano di eliminare la nostra lingua dai corsi di laurea magistrale e di dottorato. Lo scorso anno accademico, 27 su 40 erano solo in inglese. Questo approccio viene fatto rientrare nella cosiddetta filosofia della “Internazionalizzazione a casa” (o Internationalization at Home, reso con le sigle IaH o I@H), che sostanzialmente consiste nel creare un ambiente globale per gli studenti, anche all’interno del proprio Paese di origine.
La strategia della sostituzione della lingua locale con l’inglese però non è l’unica via all’internazionalizzazione, tanto che la stessa EAIE, l’Associazione europea per l’educazione internazionale, nell’elencare i punti chiave dell’approccio I@H al punto 8 scrive:
Può includere o meno l’insegnamento in inglese o in un’altra lingua franca.
L’IaH comporta un cambio di prospettiva, non la mera traduzione del curriculum esistente. L’adozione di nuovi punti di vista e la considerazione di contesti globali è indipendente dalla lingua usata, e può essere messa in pratica sia nella lingua locale che attraverso programmi in inglese.
Nel corso degli anni le risposte dei singoli atenei italiani a questo tema sono andate man mano arricchendosi e aggiornandosi, cogliendo la complessità dei processi sottesi all’internazionalizzazione. Ora un convegno organizzato il 25 e 26 febbraio 2021 dalla CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, affronterà in particolare il tema della formazione linguistica agli studenti stranieri che vengono a studiare in Italia nell’ambito della mobilità studentesca.
Il convegno CRUI, promosso dall’Università Ca’ Foscari Venezia, in sinergia con l’Università degli Studi di Parma, coglie l’occasione del quindicesimo anniversario del Programma Marco Polo e Turandot, per sviluppare una riflessione a tutto tondo, mettendo a confronto le esperienze che emergono nei diversi ambiti del mondo accademico insieme ai Ministeri e alle Agenzie formative che cooperano allo sviluppo dell’internazionalizzazione del sistema universitario e dell’alta formazione artistica e musicale.
Il fulcro della riflessione sarà la gestione di un sistema integrato di qualità, nell’auspicio di poter condividere modelli di formazione linguistica e culturale degli studenti in grado di dare coerenza ai diversi interventi attuati in risposta a bisogni solo apparentemente separati: la formazione linguistica e culturale in lingua italiana prima e durante i corsi di studio come strumento di integrazione per gli studenti internazionali ma anche quella degli studenti italiani in uscita per percorsi di mobilità e degli stranieri in ingresso.
Temi principali:
- La promozione dell’insegnamento della lingua italiana come strategia di internazionalizzazione
- Dalla formazione linguistica pre-laurea alla formazione linguistica durante la laurea
- Relazioni istituzionali per migliorare la qualità dei processi di internazionalizzazione
- Cina ed intermediazione
- I CLA nell’ambito dell’“internazionalizzazione a casa”
- La politica di assicurazione della qualità nei processi di internazionalizzazione
Maggiori dettagli e il programma completo sono disponibili nella presentazione dell’evento, cui si potrà partecipare esclusivamente a distanza. Le iscrizioni in questo momento sono chiuse, ma le registrazione di tutte le sessioni saranno caricate su questo sito nei giorni successivi.
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Fonte: Unive.it
Foto in copertina: wikimedia
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