Cooperazione culturale Italia-Somalia: a che punto siamo?

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L’Italia e la Somalia hanno un rapporto antico e profondo, che ha superato l’eredità coloniale e si traduce oggi in un rapporto di fiducia che le istituzioni somale e una larga fetta della popolazione nutrono verso il Bel Paese. Diversi sono gli ambiti in cui i due Paesi cooperano. Per esempio il “Programma Bilaterale Verso la Pace e la Stabilità in Somalia” è un’iniziativa di cooperazione tra Italia e Somalia che mira a sostenere lo sviluppo e la stabilizzazione del paese africano. Il programma si concentra su vari settori, tra cui la sicurezza, la governance, lo sviluppo economico e il rafforzamento delle istituzioni, con l’obiettivo di garantire un futuro migliore e sostenibile per la popolazione somala.  C’è il Piano Mattei per l’Africa, di cui la Somalia è uno dei beneficiari. 

Ma in questa sede ci interessa approfondire la cooperazione culturale italo-somala, soprattutto per quanto riguarda i risvolti linguistici. La Somalia infatti è stata una nazione largamente italofona fino ai primi anni ’80 del ‘900 e dove l’italiano è stato lingua ufficiale fino al 1969, ben oltre la fine del dominio coloniale italiano.

In ambito educativo registriamo il rilancio dell’Università nazionale somala, fondata dagli italiani nel 1951 e distrutta dalla guerra civile, che è stata riaperta nel 2014. “Anche l’Italia ha dato il suo contributo”, ricorda l’ambasciatore d’Italia a Mogadiscio Daccò, “tramite un programma co-finanziato dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e Aics, a cui ha contribuito l’Università di Roma Tre, per la creazione di un imponente archivio digitale per rendere accessibile una incredibile mole di documentazione presente negli archivi italiani somali”, consistente in “atti giuridici e amministrativi somali, dagli anni Cinquanta fino al 1989 del secolo scorso”. Un corpus normativo che “compone ancora l’ossatura del sistema giuridico somalo, diventato irreperibile a causa della guerra civile, come buona parte del patrimonio archivistico”. Secondo l’ambasciatore, è degna di nota anche la “donazione alla biblioteca dell’Università di Mogadiscio di 2mila volumi in lingua somala”, nonché l’avvio di “corsi di lingua italiana anche negli atenei privati di diverse città”. La diffusione della nostra lingua nella Federazione somala, è rafforzata – prosegue l’ambasciatore in un suo recente intervento – dai programmi radio e tv in lingua italiana prodotti grazie alla collaborazione tra la Rai e la tv nazionale somala”.

Qui occorre fare una pausa. L’ambasciatore fa riferimento alla ripresa dei programmi radiofonici in lingua italiana su Radio Mogadiscio, avvenuta nel 2022 e a cui anche noi di Italofonia abbiamo partecipato con contenuti realizzati ad hoc. Un avvenimento storico, propiziato dal grande impegno del precedente ambasciatore italiano in Somalia. Purtroppo però ad oggi il programma in italiano sull’emittente somala non sta andando in onda, e la situazione è tale da quasi un anno. Da luglio 2024 le trasmissioni radio in italiano non vanno in onda e i redattori del programma, tra cui il responsabile Alì Hussein Yassin, non hanno ad oggi ancora ricevuto il pagamento arretrato di sei mesi di lavoro svolto.

Daccò aveva invocato problemi finanziari dovuti a vizi di scrittura dell’accordo di cooperazione, e da qui la prospettiva di un nuovo accordo che coinvolga anche la Rai. A dispetto di una soluzione che doveva arrivare lo scorso ottobre, tempi però appaiono ancora lunghi, e questo accresce la delusione e la frustrazione di questi giornalisti somali cresciuti negli anni ’60 con la nostra lingua, tanto da autodefinirsi “di cultura italiana”, oltre che somala.

Speriamo davvero che l’Italia, nella persona del suo ambasciatore, pongano più attenzione verso un Paese come la Somalia, che merita rispetto e che tanto può dare alla Penisola. La lingua è uno straordinario veicolo per creare ponti. L’attuale Ministro degli Esteri Antonio Tajani ne sembra ben consapevole, visto che ha dato impulso alla costituzione di una Comunità mondiale dell’italofonia. Speriamo che di questa comunità possa far parte fin da subito la Somalia. Ma perché questa iniziativa sia un successo vero e duraturo, occorre che l’Italia creda davvero nel potere della propria lingua e che dedichi di conseguenza tutte le energie e le risorse umane ed economiche necessarie Finora, è chiaro, non è stato affatto così.

 


In copertina Pier Mario Daccò Coppi, ambasciatore italiano (a destra). Da: Giornale Diplomatico / Ambasciata d’Italia a Mogadiscio.

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