È nata la Comunità dell’Italofonia

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ROMA – Si è tenuta lo scorso 18 novembre a Villa Madama la prima Conferenza Internazionale dell’Italofonia, organizzata su impulso del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, in collaborazione con la Società Dante Alighieri.
Nell’ambito della Conferenza, cui hanno partecipato delegazioni ministeriali da oltre venti Paesi, è stata istituita la Comunità dell’Italofonia, un nuovo forum di cooperazione internazionale volto a riunire le varie realtà nazionali e internazionali, italofone a livello mondiale. La Comunità dell’Italofonia avrà come finalità la promozione del dialogo politico e della cooperazione internazionale; la valorizzazione degli scambi e dei legami tra le società civili italofone, lo sviluppo delle relazioni culturali, scientifiche e accademiche tra i suoi Membri; nonché la diffusione, promozione e tutela della lingua italiana nel mondo.

Oltre al ministro Taiani, sono intervenuti tra gli altri, il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola in videomessaggio, il Capo del Dipartimento Federale degli Affari Esteri della Svizzera Ignazio Cassis, il Direttore Generale AIEA Rafael Mariano Grossi, il Presidente della Società Dante Alighieri Andrea Riccardi, il Vice Primo Ministro sloveno Matej Arcon, il Ministro degli Esteri romeno Oana Toiu, il Ministro degli Esteri kosovaro Donika Gervalla Schwarz, il Ministro degli Esteri somalo Abdisalam Abdi Ali, il Presidente della NIAF Robert Allegrini, l’Inviato ONU per la Sicurezza Stradale ed ex AD di Ferrari Jean Todt e il Sottosegretario di Stato per l’Istruzione e il merito Paola Frassinetti, nonché gli altri rappresentanti a livello ministeriale dei Paesi partecipanti.
Nel pomeriggio si sono poi svolte tre tavole rotonde, la prima delle quali sul tema dell'”Italofonia come comunità di valori e dialogo”, con la partecipazione di rappresentanti del mondo del giornalismo, della società civile ed ecclesiastica. A quest’ultimo proposito è stato letto un messaggio inviato da Papa Leone XIV, ad ulteriore conferma dell’importanza della lingua italiana nella formazione del clero. La seconda tavola rotonda ha affrontato il tema dell’Italofonia come “motore di sviluppo e di crescita”, ed ha visto l’intervento di autorità istituzionali internazionali e rappresentanti del settore privato. A concluso i lavori una terza e ultima tavola rotonda sul tema “Italofonia come diplomazia culturale”, con la partecipazione di esponenti del panorama culturale, sportivo e artistico internazionale, tra i quali l’ex calciatore brasiliano Antonio Careca e la coreografa inglese Carolyn Smith.

La nascita della Comunità dell’Italofonia denota, più o meno apertamente la consapevolezza che per la difesa ed il riscatto dell’Italia a partire dalla sua lingua e della sua cultura non basta più l’opera, seppur benemerita, di enti quali l’Accademia della Crusca o la Società “Dante Alighieri”, ma v’è assoluto bisogno di un’istituzione capace di conferire alla realtà italiana ed italica mondiale un ruolo non soltanto accademico, ma sempre più politico ed economico, attraverso un massiccio coinvolgimento delle numerose comunità italiane e italodiscendenti nel mondo, vale a dire un’ottantina di miglioni di individui, in primo luogo attraverso organismi quali le camere di commercio e scuole italiane presenti o da insediare nei paesi in cui tali comunità sono maggiormente nutrite.
Si tratta certamente di un evento di portata storica, il cui indubbio successo fa ben sperare, dopo decennî di letargo, in un futuro ruolo di maggior peso per la lingua italiana sullo scacchiere internazionale, sia sul piano prettamente culturale che politico ed economico.
La massiccia presenza di rappresentanti dell’area balcanica all’assise del 18 novembre costituisce inoltre per l’Italia l’invito a guardare maggiormente al Mediterraneo e soprattutto all’Adriatico ed a quell’Europa Centro-meditterranea (Mitteleuropa allargata che dell’Italia costituisce il retroterra naturale. Sull’altro versante, Roma non può più limitarsi ad una politica meramente nord-atlantista, ma deve riconoscere nell’intero bacino dell’Atlantico un’area di primario interesse, guardando non solo al Nord- ma anche al Sud-America, ove la presenza italica in paesi come Argentina, Brasile, Uruguay o Venezuela è determinante sia per valenza demografica che socio-economica, ed attraverso le quali esercitare una benefica influenza atta ad aumentare il peso geopolitico dell’intera italicità mondiale e capace di fungere in termini socio-culturali da controaltare alla politica prettamente finanziaria e militare nord-atlantica.

Qui è possibile leggere il documento costitutivo della nuova comunità.

Di seguito, il video integrale della Conferenza internazionale che ha sancito la nascita della Comunità dell’Italofonia:

 


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