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Lo scorso fine settimana Papa Francesco si è recato in visita ad Ajaccio, in Corsica, primo pontefice a visitare ufficialmente l’isola.
Da un punto di vista linguistico, la visita è stata un incontro di lingue diverse, dal latino liturgico, al francese lingua ufficiale dell’isola da oltre 260 anni e in cui si sono espressi gli alti prelati locali, al còrso, lingua locale sempre meno parlata ma a cui i Corsi sono stretti da un legame fortissimo, e infine – naturalmente – l’italiano.
La nostra lingua non è quasi mai assente dai viaggi dei papi, dato che è lingua ufficiale de facto dello stato della Città del Vaticano e rappresenta una delle lingue veicolari più usate negli alti vertici della chiesa. Papa Francesco, che ha appena spento 88 candeline, si esprime sempre in italiano, a meno di rare occasione in cui ricorre alla sua lingua madre, lo spagnolo.
Questa volta però c’era qualcosa di più. In questa splendida isola del Mediterraneo infatti l’italiano è stato per secoli la lingua alta e la lingua scritta, nonché ufficiale fino al 1859, quando il territorio era già stato annesso alla Francia da quasi un secolo. Si trovano testimonianze di lettere private scambiate tra comuni cittadini corsi e scritte in italiano, risalenti a fine del XIX secolo o addirittura ai primi anni del ‘900. Ancora oggi l’italiano è piuttosto studiato ed economicamente utile per usarlo con i numerosi turisti italiani.
Gli amici del portale d’informazione Corsica Oggi sostengono inoltre il ruolo chiave che l’italiano potrebbe avere nella sopravvivenza della lingua corsa, status che le diverse parlate locali hanno assunto negli ultimi cinquant’anni. La lingua corsa, sempre meno parlata in casa e nelle strade, è perfettamente intercomprensibile per gli italofoni. In un certo senso è sia una lingua locale che internazionale.
Questa visita del sommo pontefice della Chiesa cattolica è stata l’occasione per mettere in mostra la lingua corsa, per accogliere “Papa Francescu”.
Infine, proprio il cardinal Bustillo, vescovo dell’isola, ha dato una perfetta dimostrazione di intercomprensione rispondendo in italiano alle domande di un’intervista in lingua corsa:
Speriamo che questa visita sia un piccolo tassello che faccia tornare agli isolani e agli italiani in visita la voglia di mettersi alla prova in una conversazione mista corsu-talianu, per riscoprire legami antichi e dare nuova vita alla parlata autoctona della splendida gente di questa magnifica isola.
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Copertina: foto per concessione di Corsica Oggi
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